‘Rollback nessuna notte è infinita’: catarsi e rinascita sul palco del teatro Trastevere

A Roma, il teatro Trastevere presenta fino al 18 maggio 2025 lo spettacolo “Rollback – Nessuna notte è infinita”, diretto da Francesco Nannarelli e basato sull’omonimo romanzo di Maurizio Carletti, l’autore dell’opera teatrale.

Le musiche originali sono del compositore Marco Taggiasco. Sul palco, gli spettatori potranno apprezzare le interpretazioni di Francesco Nannarelli (nel ruolo del protagonista Sergio), Catia Pini, Katia Principato, Silvia Bianchi e Paolo Pirozzi.

Trama:
Sergio Serpieri, un manager di successo, si trova improvvisamente a confrontarsi con una diagnosi medica che gli lascia poco tempo da vivere. Questa rivelazione lo spinge a intraprendere un viaggio alla riscoperta di sé stesso e delle proprie radici. In un atto di ribellione e ricerca di autenticità, Sergio abbandona temporaneamente la sua vita agiata e si immerge nel quartiere popolare dove è cresciuto. Qui, tra volti familiari e nuove amicizie, Sergio riscopre i valori semplici e genuini della vita di quartiere, in netto contrasto con il mondo patinato e superficiale che aveva conosciuto fino a quel momento e precedentemente idealizzato, un universo effimero cui aveva aspirato con tenacia, illudendosi che rappresentasse il punto d’approdo definitivo per la sua scalata sociale.

Concetto di Rollback:
Il termine “rollback”, preso in prestito dal mondo dell’Informatica ben si adatta a descrivere il percorso del protagonista. Nel contesto teatrale, il rollback rappresenta la capacità di Sergio di “riavvolgere il nastro” della propria esistenza, tornando a uno stato precedente, più autentico e meno compromesso. È un ritorno alle origini, non come fuga, ma come necessità di riscoprire chi si è veramente, al di là dei ruoli sociali e delle convenzioni.

Il Protagonista, Sergio:
Sergio è inizialmente presentato come lo stereotipo del manager di successo: brillante, spregiudicato e concentrato sulla carriera. La sua vita familiare, apparentemente perfetta, è in realtà caratterizzata da una profonda solitudine affettiva. Il rapporto con la moglie, Gabriella, è improntato su uno status symbol da mantenere, infedeltà dove sono evidenti verità frutto di bugie mai volutamente scoperte, e quello con la figlia, Chiara, pur essendo affettuoso, è segnato dall’assenza e dalla preminenza delle opportunità economiche rispetto alla presenza emotiva.

La Catarsi e la Rinascita:
La scoperta della malattia da parte del protagonista che delimita l’orizzonte temporale dell’esistenza in poco e prezioso tempo rispetto alle egoica illusione del vivere per sempre, funge da spartiacque, incrinando le certezze di Sergio e aprendo un varco verso l’esplorazione di una dimensione esistenziale più autentica.Il ritorno al quartiere d’infanzia e l’incontro con personaggi vecchi e nuovi come il carrozziere Gnafelli e la proprietaria del bar, Lucilla, rappresentano per Sergio un’occasione di catarsi intesa come autentica riscoperta del “vero sé”. Gnafelli gli ricorda le sue origini umili, mentre Lucilla, con la sua genuinità e il suo affetto disinteressato, gli mostra la possibilità di essere apprezzato per ciò che è, e non per ciò che possiede o rappresenta. In questo contesto, Sergio abbandona gradualmente la maschera del manager per riscoprire la propria umanità, la capacità di empatizzare e di sognare, di rendersi utile a qualcuno e qualcun altro che non sia funzionale al ruolo che il suo status sociale e la sua famiglia gli hanno relegato.

Scenografia e Musica:
La scenografia minimalista, che alterna il bancone del bar alla casa con la piccola poltrona, simboleggia la transizione di Sergio da un mondo fatto di apparenze a uno più intimo e autentico. La musica originale di Marco Taggiasco, con le sue tonalità malinconiche e riflessive, accompagna il protagonista in questo viaggio interiore, sottolineando le emozioni e le riflessioni che lo pervadono.

Il Finale e le Riflessioni:
Il finale dello spettacolo, volutamente aperto, lascia spazio alle riflessioni del pubblico. Il “rollback” compiuto da Sergio, se da un lato può apparire come una sconfitta, dall’altro rappresenta un atto di coraggio e di dignità. La sua scelta di tornare alle origini e di riscoprire se stesso, pur nella consapevolezza della fine imminente, invita lo spettatore a interrogarsi sul senso della vita, sulle priorità e sulla possibilità di trovare la felicità anche al di fuori dei sentieri battuti dal successo e dalla convenzione. Non meno importante lascia alla riflessione che la malattia non puo’ essere il sentore della fine ma differentemente puo’ anche essere la forza propulsiva per nuove risorse emotive, e trovare la speranza che intimamente rappresenta un intimo bisogno e valore universale.


Giordano Mattei

Circa Redazione

Riprova

Sabato in bianco al Medusa Club, tra musica, drink & food e bella gente

Al Medusa Club, White Party per un sabato pieno di emozioni, in una location dove …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com