In scena presso il Teatro Trastevere, lo spettacolo ‘Discorsi senza punto’ mentre la verità ciao si presenta come un collage di brevi episodi che intrecciano il surreale, il filosofico e il drammatico, offrendo una riflessione intima e a tratti ironica sui rapporti umani e sul significato dell’esistenza.
La regia di Pier Vittorio Mannucci, affiancata dall’aiuto regia di Gledis Cinque, si distingue per una costruzione essenziale, che dà ampio spazio alla parola e all’interpretazione degli attori. Gledis Cinque, Erica Del Bianco, Federico Rubino e Nick Russo portano in scena una straordinaria versatilità, passando con naturalezza da un ruolo all’altro: un leone e il suo amico antilope, il Sole e la Terra, un uomo apatico e il diavolo, una coppia in crisi, fino agli assurdi dialoghi tra un ginocchio e un gomito.
Ogni quadro, pur nella sua brevità, è un piccolo universo, che oscilla tra leggerezza e profondità. Si ride, si riflette, ci si sente spiazzati: il testo di Rodolfo Ciulla e Aureliano Delisi riesce a mescolare concetti filosofici e momenti di vita quotidiana in una forma teatrale che invita lo spettatore a porsi domande senza aspettarsi risposte definitive.
Il pubblico – che riempiva circa tre quarti della sala – applaude al termine di ogni scena. Alcuni momenti hanno suscitato risate, ma l’intenzione sembra essere quella di far riflettere e non soltanto divertire.
La scenografia, curata da Nick Russo, è minimale ma evocativa, costruita con elementi che suggeriscono ambientazioni più che rappresentarle, lasciando spazio all’immaginazione dello spettatore. Riconoscere i personaggi che si susseguono è facile, grazie ai cartelli che indossano ad ogni scena, dove è scritto chiaramente “Sole”, “Terra”, “Leone”, “Diavolo”, e così via.
Un tema ricorrente è quello del personaggio che si presume più forte e poi si scopre più debole e vulnerabile, come nel caso del diavolo che viene messo talmente in crisi dal dialogo con l’uomo apatico da chiedergli di scambiare i rispettivi ruoli.
Discorsi senza punto mentre la verità ciao è uno spettacolo che richiede attenzione e apertura: non cerca di accontentare, ma di sfidare lo spettatore. Con la sua scrittura poetica e le interpretazioni intense, lascia il segno, spingendo a riflettere su quella complessità che, nel quotidiano, spesso cerchiamo di semplificare. Un’esperienza teatrale autentica e coraggiosa, perfettamente in linea con la missione della Compagnia PaT – Passi Teatrali di esplorare nuove forme di espressione.
In scena per due sole date, è uno spettacolo che meriterebbe sicuramente una più ampia visibilità.
Stefano Dell’Accio