Renzi sulle consultazioni: “Draghi non si è messo col bilancino”

Matteo Renzi, ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta (Rai Uno), ha fatto il punto sulla situazione politica italiana, che vive giorni di fibrillazione nell’attesa della nascita del governo guidato da Mario Draghi (ieri tutto sembrava fatto, poi l’intervento di Grillo in serata: “Aspettiamo che spieghi pubblicamente il programma, poi il voto su Rousseau”).

Nonostante i pentastellati non abbiano ancora del tutto sciolto le riserve su un loro appoggio (difficile però che si sfilino e passino all’opposizione), l’esecutivo Draghi dovrebbe comunque prendere avvio. Anche grazie all’endorsement di Matteo Salvini.

“La Lega sta cambiando pelle”, ha affermato Renzi a ‘Porta a Porta, aggiungendo che “sta diventando un partito diverso”, lontano dalle posizioni antieuropeiste e sovraniste assunte in passato.

Sul fatto della eventuale coesistenza di forze tanto dissimili sul piano politico – si va verso una maggioranza Pd, Forza Italia, Lega, M5s e Iv -, Renzi ha spiegato che adesso è il momento di non scontrarsi e di seguire i piani del premier incaricato. “Con calma poi torneremo a scontrarci, anche io non vedo l’ora di tornare a litigare con Salvini, con il M5s… Però prima bisogna pensare al piano vaccinale, al Recovery Plan e alla scuola, che non hanno colori politici”. “Poi torneremo a scontrarci”, ha ribadito.

“Mario Draghi – ha detto sempre Renzi – vuol dire fiducia, è l’uomo più conosciuto tra i leader italiani al mondo, il più stimato e apprezzato. Questi 209 miliardi del Recovery sono nelle mani del più bravo di tutti, il rigore lo calcia quello più bravo di tutti a battere i rigori, abbiamo messo quello più bravo di tutti in campo”.

A proposito dell’ex numero uno della Bce ha anche raccontato dei retroscena relativi alle consultazioni spiegando a Vespa che alcuni giornalisti si sono fatti idee non proprio aderenti alla realtà. “Ho l’impressione che non tutti hanno capito che c’è Draghi, mica si mette col bilancino, ‘a te va bene questo ministero? A te quell’altro?’. La discussione sui nomi è importante per quelle persone che si sentono in pista, ma a nessun cittadino interessa”.

Quindi Renzi ha spiegato che Draghi non si è messo a fare alcuna trattativa sui nomi o su eventuali ‘quote’ di governo da assegnare a un partito piuttosto che a un altro. Il leader di Italia Viva ha aggiunto che il premier incaricato ha un suo piano e che chi vuole “accetta di sedere al suo tavolo”, ma che non sono i partiti a dettare le regole, Insomma, non sono le forze politiche, a questo giro, a dare le carte. Le carte le dà l’ex numero uno della Bce “punto”, ha chiosato Renzi.

Il senatore toscano è tornato anche a criticare la linea del Pd “ispirata da Bettini e Zingaretti” durante la crisi di governo. “Il Pd si è messo in una posizione per me inspiegabile: o Conte o voto, o Conte o morte…”. Per loro c’è un ”legame speciale” con il M5S è come ”un matrimonio d’amore”, ma “se andassi da un iscritto del Pd a Roma e gli dicessi di votare la Raggi quello mi guarderebbe con due occhi così e con i capelli dritti e direbbe: ma sei matto?…”.

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