Doppia esposizione a Parigi con l’arte italiana ai tempi del fascio

Parigi scopre l’arte italiana dei primi decenni del secolo scorso. Con ben due mostre il Musée d’Orsay e il Musée de l’Orangerie, tra i  maggiori spazi espositivi francesi, esplorano il nostro Paese in un excursus che comincia dal 1900 per concludersi prima del secondo conflitto mondiale. Il ‘Liberty’, dunque, nelle sue caratteristiche nazionali, e poi il Futurismo, la pittura ‘metafisica’ di De Chirico, il Realismo di Felice Casorati, il classicismo di Giò Ponti, il razionalismo fascista, fino alle opere astratte di Fontana e Melotti. Ci sono 40 anni di storia italiana al quinto piano del Museo d’Orsay raccontati non solo attraverso la pittura, ma anche grazie a oggetti di arredamento come sedie, scrivanie, portafiori, credenze, vasi di vetro e coppe di porcellana, abiti, sculture, radioline e persino macchine da scrivere che testimoniano un’ epoca che ancora talvolta affiora nei nostri ricordi.  Ed ecco anche lui, il ‘Dux’, quel Benito Mussolini che voleva emulare gli imperatori romani. Renato Bertelli, scultore fiorentino ed esponente del Futurismo toscano lo immortala in un ‘Profilo continuo’, creazione di maiolica in vernice nera che ci dona le linee della testa calva, naso, labbra e mento dell’allora amato Duce da qualsiasi punto di osservazione lo si guardi. Niente poteva essere meglio accolto dal regime, che infatti lo fece brevettare e riprodurre in serie con dimensioni diverse e in differenti materiali per le varie ‘Case del fascio’ sparse in tutto il territorio nazionale. Un altro pathos è racchiuso nel busto in bronzo di Mussolini creato da Adolfo Wildt per la ‘Casa del fascio’ di Milano. Ma se con Wildt l’attenzione si è focalizzata su un pezzo del panorama nazionale del secolo scorso, è invece sul fermento dei primi decenni del Novecento che ha puntato la lente, appunto, il museo d’Orsay, decenni in cui la tradizione artigianale e artistica si fusero, facendosi interpreti del desiderio di progresso di una nazione che da poco tempo aveva conosciuto l’unità. Da questa domanda nasce il titolo della mostra, “Dolce Vita? Du Liberty au design italien”, che resterà aperta fino al 13 settembre.    La mostra “Dolce Vita? Dal Liberty al design italiano” si sposterà poi da Parigi a Roma, al Palazzo delle esposizioni, dal 15 ottobre al 17 gennaio. 

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