Pasticcio Brexit: uscita ‘hard’ più vicina, UE si prepara

La trattativa si fa dura, la Brexit ancora di più. Con il passare dei giorni e la situazione di stallo dalla quale non si riesce a uscire, avanza a grandi passi il fantasma dell’uscita “hard”.

Insomma, quello che fin dalla prima ora era considerato lo scenario peggiore, da evitare a tutti i costi, alla fine potrebbe diventare una triste realtà con i mercati nervosi dopo aver fiutato che inizia a tirare decisamente una brutta aria.  Insomma: iniziata nel peggiore dei modi, la Brexit potrebbe finire persino peggio. Un vero pasticcio.

Proprio nelle scorse è arrivato – tutt’altro che casuale – l’avvertimento del Governatore della Banca d’Inghilterra, Andrew Bailey, durante una conference call con i top manager degli istituti del Regno Unito:  le banche britanniche devono iniziare a intensificare i preparativi per una Brexit No Deal.

Oggi, intanto, è 5 giugno, cioè l’ultimo giorno del quarto round di trattative tra UE e Regno Unito che però sono finite nelle sabbie mobili, In mancanza di un accordo,  prende sempre più quota l’addio al buio con conseguente applicazione di tariffe e dazi. Una prospettiva che agita, non poco, analisti e mondo finanziario.

Una situazione sempre più ingarbugliata che si inserisce in un quadro di incertezza assoluta con il Paese chiamato a fronteggiare lo “tsunami” Covid  che si stima causerà un calo del PIL di oltre il 10%, con 6 milioni di posti di lavoro in fumo.

Fino ad oggi, comunque, Londra e Bruxelles hanno viaggiato su due binari paralleli, senza incontrarsi mai nè tendersi la mano.  Uk vorrebbe un accordo di libero scambio stile Canada; la UE non ne vuole sapere.  Nessun passo avanti, semmai indietro, sui dossier segnati dalle divergenze principali: fra i quali “il cosiddetto level playing field”, ossia l’allineamento normativo invocato da Bruxelles contro i rischi di concorrenza commerciale sleale, e “la pesca”..

Quel che è certo è che il Capo negoziatore UE, Michel Barnier venderà cara la pelle: si è mostrato più volte irritato, ribadendo a chiare lettere che l’Europa non scenderà al ribasso sugli accordi, anche perché è stata Londra a voler lasciare l’Unione.  Siamo certi che il Premier inglese non starà a guardare.

Oggi, tra l’altro, sarebbe anche l’ultimo giorno anche per chiedere un’eventuale proroga del “periodo di transizione” fissata al 31 dicembre. Un’opzione che Johnson ha sempre tolto da piatto, ribadendo di non voler alcuna estensione.

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