Napolitano: La coesione nazionale farà uscire l’Italia dal tunnel

Giorgio Napolitano non si arrende alla sfiducia. Le sfide e i rischi che ci stanno davanti saranno superate. “Ce la faremo, usciremo dal tunnel, con l’arma vincente della coesione sociale e nazionale”. Un’arma che, nei momenti difficili, gli italiani hanno sempre dimostrato di saper ritrovare. L’Italia ce la farà ad uscire dal tunnel. Una convinzione che il presidente della Repubblica ribadisce in un colloquio con il Corriere della Sera, per fare un bilancio sulle celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia.  “Questa occasione é stata colta da milioni di italiani, da quanti mettevano la bandiera al balcone o agitavano il tricolore nelle piazze, nelle strade, e partecipavano alle assemblee, a iniziative di ogni sorta e di ogni dimensione”. Un ritrovato senso di unità nazionale, di una sovranità che non sarà scalfita dal processo di costituzione dell’Europa unita. “Che la globalizzazione possa determinare fenomeni di ‘spaesamento’, se così li vogliamo chiamare suscitare – spiega il Presidente della Repubblica – un’ansia di smarrimento della propria identità nazionale o locale, mi sembra indubbio. Ma non credo siano fatali le spinte centrifughe o che esse non risultino dominabili e superabili.

Comunque non ritengo che vi siano nel nostro continente ‘piccole patrie’ in cui ci si possa sentire espropriati di sovranità”. “L’autolimitazione delle sovranità nazionali a favore delle istituzioni comunitarie, da parte dei Paesi impegnatisi sulla via dell’integrazione europea, é stata, a partire dagli anni cinquanta dello scorso secolo, una scelta volontaria e consapevole, essendosi compreso che non vi era altrimenti alternativa ad una fatale perdita di rilevanza dell’Europa in un mondo che cambiava e anche ad una crescente impossibilità di risolvere, nella pace, sul piano strettamente nazionale problemi che ormai stavano travalicando quella dimensione”. Giorgio Napolitano in modo indiretto risponde, giustamente e per l’ennesima volta, alle spinte secessionistiche della Lega Nord ricordando il contributo degli  italiani del nord all’unità. “Sull’altura di Calatafimi, teatro di una sanguinosa e decisiva battaglia nel 1860, ci sono dei cippi con i nomi dei caduti garibaldini provenienti da varie parti d’Italia e segnatamente da città del nord. Lì ho come toccato con mano la prova tangibile, in un’atmosfera di grande emozione, di quella coesione e unità tra gli italiani cui dobbiamo guardare di nuovo oggi come all’arma vincente per superare le sfide del presente e del prossimo futuro”.

 

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