Nel giorno dei risultati delle parlamentarie   a 5 stelle, il ‘verdetto’ arriva solo dopo le 21, quando il blog pubblica la lista dei candidati. Nella diretta da Pescara del pomeriggio Luigi DI Maio si è limitato a presentare  i 20 punti del programma di M5S. Poi ha lanciato la sfida agli altri partiti: ‘Diteci perché non convergete sui 20 punti del nostro programma’. .

I big del M55 risultano tutti capolista ai plurinominali. Probabile – anche se c’è da considerare il fattore quote rosa – che gli esponenti siano stati anche i più votati. Primi nei loro collegi, infatti, risultano il leader M5S Luigi Di Maio, Roberto Fico, Paola Taverna, Carla Ruocco, Manlio Di Stefano, Danilo Toninelli. Primi Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, esponenti molto vicini a Di Maio, e Carlo Sibilia in Campania.

A dare uno stop all’ottimismo del candidato premier M5S ci pensa il premier attuale, Paolo Gentiloni: ‘Penso che il rispetto agli elettori del Cinque stelle sia dovuto. Ma penso anche che la possibilità che il Movimento 5 Stelle arrivi a guidare il Governo non ci sia. Sinceramente io non sono affatto spaventato’.

Per Gentiiloni M5s è una forza che non avrebbe i numeri per governare se anche avesse i risultati significativi che attualmente gli vengono attribuiti da sondaggi non so quanto generosi Registro,   ha anche affermato Gentiloni,che fuori dall’Italia nessuno mi ha mai mostrato preoccupazione per la possibilità che il Movimento 5 Stelle possa arrivare al governo dell’Italia a cui nessuno crede.

 Tornando alla presentazione del programma, Di Maio di promesse ne fa parecchie, con una premessa: ‘Dai conti che abbiamo potremmo triplicare i seggi’. E stuzzica la curiositàricordando ai suoi che quello del M5S è un programma ‘né di destra né di sinistra ma di buon senso’. Uno slogan ripetuto anche da Di Battista ospite ieri da Barbara D’Urso.

Ma è nelle proposte su economia e fisco che si nota maggiormente l’impronta del movimento in versione pigliaseggi: riduzione dell’Irpef, abolizione dell’Irap finanziata attraverso il taglio dei fondi a pioggia che vanno sempre alle stesse imprese, costo della formazione dei lavoratori non più a carico dei datori di lavoro. La lotta all’evasione? ‘Incrociando le banche dati’. E inversione dell’onere della prova nelle contestazioni fiscali, una proposta destinata a fare breccia fra i delusi da Lega e Forza Italia.