I tempi supplementari di Alitalia

Per la cessione di Alitalia resta il nodo del piano industriale e degli investimenti: la proposta di Lufthansa è giudicata ben al di sotto delle aspettative e quindi va migliorata. Nel frattempo si attende che dagli altri pretendenti si formalizzino le offerte per la procedura negoziata in corso: nella lettera recapitata da easyJet ai commissari è riportato nero su bianco anche l’interesse di Air France-Klm che chiede l’accesso ai numeri della data room, separatamente da Delta Air Lines – non si esclude che i due big dei cieli possano ricompattarsi intorno alla low cost britannica, se decideranno di presentare un’offerta – mentre resta in campo anche il fondo americano Cerberus.

Questo il quadro emerso nell’incontro di ieri pomeriggio che si è svolto nella sede del Mise, alla presenza dei ministri Carlo Calenda (Sviluppo economico) e Graziano Delrio (Trasporti), con i commissari di Alitalia, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari. Dal governo è arrivato l’input ai commissari perchè approfondiscano tutte le manifestazioni di interesse poi, una volta fornite le informazioni necessarie a tutti i pretendenti per formalizzare le offerte, va avviata una negoziazione in esclusiva.

La luce in fondo al tunnel di Alitalia sembra esserci; un bagliore flebile ed incostante, ma pur sempre presente. Dall’incontro di ieri tra i tre commissari  e la coppia Calenda-Del Rio  emerge una situazione di lenta ripresa, che potrebbe spingere altri grandi gruppi industriali a presentare un’offerta concreta e vincolante. Dopo anni la società è in crescita, con un incoraggiante +1% sui ricavi totali (a fine 2017) e la prospettiva di un +3-4% nel primo trimestre del 2018 (in linea con l’andamento di settore). Alitalia non è comunque in attivo, vista la perdita strutturale ancora insita nel bilancio, che però è sensibilmente scesa rispetto al 2016.

Tuttavia, come ha ricordato in più occasioni Gubitosi, i conti vanno meglio ma non bene; andranno bene quando Alitalia sarà in utile, mentre ancora continua a perdere, anche se il rosso è destinato a ridursi. Nell’audizione alla Camera a fine novembre i commissari avevano stimato un miglioramento nell’ordine di 90-100 milioni sul 2016, quando Alitalia perdeva all’incirca 500 milioni. Alitalia ha bisogno di un investitore, aveva spiegato Gubitosi: ‘Uno dei mali storici della compagnia è la sottocapitalizzazione in un settore altamente capital intensive’.

Proprio per questo motivo non si ferma la ricerca di acquirenti, che però continua a slittare nel tempo.

Sono in corso frequenti contatti con i pretendenti; i team di Lufthansa – tramite il presidente di Air Dolomiti Jörg Eberhart – e quello di Alitalia si sentono continuamente, si rivedranno domani, mentre giovedì sarà la volta di Air France.

Negli ambienti del trasporto aereo sono varie le critiche al piano messo a punto da Lufthansa, che chiede innanzitutto il licenziamenti di 2mila dipendenti e la riduzione della flotta, cancellando tutti i collegamenti di medio e lungo raggio in perdita; questo toglierebbe respiro alla compagnia, riducendone le prospettive future. Inoltre, si osserva, le strategie non prevedono una progettuaità di tipo turistico, che per una compagnia come Alitalia può essere un fattore fortemente strategico. La verità è cruda: chi compra fa il proprio interesse, non quello dell’acquisito nè del Paese di questo. Il modello operativo di Lufthansa – e pure di Air France – è basato sul sistema degli hub, e quindi l’interesse di entrambe è portare nuovi flussi di traffico verso Parigi, Francoforte e gli altri hub del gruppo tedesco. Riducendo flotta e network, un’Alitalia nuovamente ridimensionata avrebbe ancora meno autonomia. Quanto a Air France, i colloqui avvengono a livelli molto alti, tra governi e politici di lungo corso, e sui tavoli dove si discute ci sono altri dossier sui quali trattare contemporaneamente.

  I commissari, ricevute le offerte vincolanti, dovranno infatti procedere con un partner esclusivo per perfezionare i dettagli ed affidare a quest’ultimo l’azienda.  Un ulteriore spiraglio sembra essersi aperto per la low cost ungherese Wizz-Air, che continua la sua espansione in Europa, con 146 nuovi vettori appena ordinati alla Airbus. Non è giunta un’offerta reale, ma la richiesta di accesso ai dati sembra far presagire ulteriori mosse.

 Il mercato italiano del trasporto aereo fa gola a molti (3o in Europa e 6o nel Mondo) e l’acquisizione della compagnia non potrebbe far altro che consolidare la posizione di qualunque gruppo nello stesso. I nodi da sciogliere rimangono quelli già esposti da Lufthansa e riguardano principalmente la ristrutturazione aziendale. Per Alitalia i tempi si allungano, e il segreto desiderio di tutti è oltrepassare senza traumi la boa delle elezioni.

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