Fecondazione: allarme su “fai da te”, seme si trova su web

“Stiamo assistendo alla diffusione di una nuova pratica: alcune coppie e single infatti si affidano a quella che gli anglosassoni definiscono ‘home insemination’, ossia la fecondazione ottenuta con il seme fresco di un donatore, spesso contattato in Rete o in appositi gruppi sui social network”. E’ l’allarme lanciato da Salvatore Sansalone, professore aggregato di Andrologia all’Universita’ di Tor Vergata. “Online siti e gruppi incrociano domanda e offerta tra privati, una soluzione adottata da coppie in cui lui sia infertile, donne single o coppie di donne omosessuali che possono scegliere tra centinaia di giovani uomini tra i 30 e i 40 anni. Una zona d’ombra anche dal punto di vista legale in cui nessuno e’ tutelato”, aggiunge. Ma come avviene? C’e’ prima un contatto via email e poi talvolta un incontro informale in cui il donatore che non chiede alcun compenso mostra le analisi del sangue. Se scatta la simpatia il donatore attende la chiamata della coppia o della donna che monitora l’ovulazione. Si incontrano spesso in un hotel dove lui dona in una provetta sterile il liquido seminale e lei provvede a iniettarlo con una semplice siringa a cui sia stato tolto l’ago o una pompetta cercando di portare il contenuto il piu’ vicino possibile al collo dell’utero e sperando che avvenga il concepimento. I protagonisti talvolta rimangono in contatto oppure si incontrano se la coppia vuole un secondo figlio dallo stesso donatore. Non ci sono regole, e’ uno scambio tra privati. Tutto bene dunque? “Mica tanto”, sottolinea Sansalone. “Quando lo scambio avviene tra privati senza la mediazione di una struttura sanitaria – spiega – esiste un alto margine di rischio anche se il donatore si presenta con analisi recenti che dovrebbero certificarne la salute. Stiamo assistendo ad un aumento esponenziale di casi di malattie infettive, e spesso la documentazione dei donatori e’ limitata a pochi parametri del tutto insufficienti a tutelare la salute della donna e dell’eventuale nascituro”.

Le alternative ci sono. “Meglio l’acquisto di un campione in una apposita banca che lo recapita a casa in un contenitore refrigerato, un manuale di istruzioni e il kit per l’inseminazione”, dice l’esperto. “Il costo varia a seconda della quantita’ di spermatozoi per millilitro che ovviamente ne aumentano la capacita’ fecondante”, aggiunge. Quali sono le probabilita’ di riuscita? “Il successo al primo tentativo – risponde Sansalone – e’ tutt’altro che ovvio, possono essere necessari piu’ incontri, anche perche’ in alcuni casi la quantita’ di eiaculato potrebbe essere insufficiente. Ma i fattori che determinano il successo sono tanti: e vanno dall’eta’ e la salute della donna sino alla qualita’ degli spermatozoi del donatore. La possibilita’ di una gravidanza non e’ sovrapponibile a quella di un rapporto sessuale tradizionale anche se il liquido seminale viene depositato nella donna nel periodo finestra dell’ovulazione. Manca poi il criterio di sicurezza garantito dai centri specializzati che eseguono lo spermiogramma per determinare le diverse caratteristiche del seme, la ‘capacitazione’ (o lavaggio) degli spermatozoi, ossia la selezione di quelli piu’ mobili , ma anche la possibilita’ di eseguire una stimolazione ovarica che triplicare le percentuali di successo rispetto ai tentativi home made. Noi andrologi guardiamo con una certa preoccupazione a queste pratiche e dobbiamo ricordare che la procreazione con seme donato e’ a tutti gli effetti considerato un atto medico”.

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