Cristina Donadio, “Scianel” di Gomorra racconta il cancro in un corto: “Sul set della serie nessuno sapeva”

Ascoltare la musica, viaggiare, coccolare il gatto e non vivere per il lavoro: nel decalogo della felicità di Cristina Donadio, che il grande pubblico ha amato grazie a Scianèl di Gomorra, queste sono alcune delle voci principali, nel progetto più intimo mai presentato finora. Si chiama La scelta ed è un film breve diretto dal trentenne Giuseppe Alessio Nuzzo, già direttore del Social World Film Festival. In anteprima mondiale alla Mostra del cinema di Venezia, in concorso nella sezione per Giovani Artisti Italiani (G.A.I.), racconta in un unico piano sequenza pensieri, ricordi e quotidianità di una vita condivisa con il cancro. La storia, tratta dall’esperienza personale della 58enne attrice napoletana, tocca alcuni momenti-chiavi del suo passato ma con uno sguardo ancorato al futuro. A fine settembre inizia infatti le prove per Festa al celeste e nubile santuario, un testo al femminile di Enzo Moscato su tre sorelle dei quartieri spagnoli, a novembre in scena al San Ferdinando di Napoli. Cristina Donadio è Scianel in Gomorra

 Di ritorno dalla chemio, a casa preparavo spesso dei dolci e, anche se a causa della nausea spesso non potevo toccarli, mi davano un senso di normalità e tranquillità.

Il cancro al seno, che io nel corso del tempo ho ribattezzato con molti nomi (“la cosa”, “la disavventura”, “il cortocircuito”) è arrivato durante la seconda stagione di Gomorra  ma quando l’ho scoperto l’ho tenuto nascosto a tutti e mi sono andata ad operare nei quattro giorni di stop del set per poi tornare subito al lavoro dopo quella piccola convalescenza.

Scianèl mi ha salvato la vita perché per me era intoccabile e non volevo toglierle nulla. Andrebbe detto a chi vive con un malato di non cambiare il suo sguardo, ma purtroppo inconsciamente succede e io non volevo essere trattata in modo diverso, né che ad esempio la Comencini mi dicesse di non fumare. Scianèl è un’accanita fumatrice e non poteva stare senza la sigaretta, quindi l’ho fatto anch’io. Anche Sollima mi avrebbe fatto qualche sconto in scena. Non potevo permettere che ne pagasse il prezzo il personaggio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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