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Ancora non è dato sapere la data dell’incontro, ma ufficialmente si sa che il Cavaliere vedrà Bersani per discutere su alcuni dei nodi cruciali. Ufficiosamente qualcuno ha svelato che i due leader si incontreranno tra giovedì e venerdì prossimo. Stando alle dichiarazioni di qualche fedelissimo del leader del centro destra, sembra che l’apertura di entrambi, sia dovuta alla ‘minaccia’ Renzi. Il sindaco di Firenze potrebbe risultare un nemico comune e, ai piani alti di via dell’Umiltà hanno realizzato che forse è il caso di frenare gli ardori del Rottamatore. Per dirla come Maurizio Gasparri, “Renzi può diventare il nostro sfidante, se si va alle elezioni, e visto che è abbastanza vuoto da non dire mai nulla, può piacere a destra, a sinistra, al centro…”. Un modo per scongiurare un pericolo: “Il sindaco di Firenze ha fatto capire che se si va al voto in queste condizioni lui ci sarà”. Berlusconi, in ogni caso vuole, prima di schierarsi contro l’uno o contro l’altro, sapere chi sarà il vincitore. E giù, una serie di contatti tra i delfini dei due partiti principali. Infatti, fervono le diplomazie fra Gianni Letta, Alfano, Verdini, con Bersani, Enrico Letta, Migliavacca, e con Errani, che sembrano essersi intensificate: riservati, ma continui. Sul tavolo delle trattative prima di tutto c’è un accordo complessivo per l’elezione congiunta di un presidente di garanzia, anche espresso dal Pd. Si parla di Amato o Marini, fino a un più forte Violante, che ha il vantaggio di essere vicino al “partito dei giudici” e il governo assieme, con Bersani premier e ministri del Pdl. La seconda è una sorta di spartizione: se il Pd vuole farsi il governo autonomamente, con noi fuori allora il capo dello Stato deve essere chiara espressione del centrodestra. La terza ipotesi, quella della rottura: il Pdl non ci starebbe a restare fuori dai giochi e dal governo: a quel punto, meglio il voto.
