Raggi: ‘Iene’ denunciano raccolta firme false, Pd all’attacco. Sindaco: ‘Nessuna irregolarità’

 

Dopo l’inchiesta sulle firme false del M5S a Palermo e Bologna, scoppia un caso sospetto che riguarderebbe anche le firme raccolte per la candidatura della sindaca Virginia Raggi nella Capitale. In un servizio del programma Mediaset ‘Le Iene’, andato in onda ieri dal titolo ‘C’è un falso nella candidatura del sindaco Raggi?’, Filippo Roma, la iena che già aveva smascherato la ‘firmopoli’ palermitana dei Cinque stelle, indaga su un evento verificatosi nell’aprile del 2016 durante la campagna elettorale pentastellata.

Nuova polemica quindi per il sindaco Virginia Raggi. Le ‘Iene’ denunciano in un servizio presunte irregolarità nella raccolta delle firme per la sua candidatura. Il Pd va all’attacco e la Raggi replica che verranno fatte ulteriori verifiche ma assicura che non c’è ‘nessuna irregolarità’.

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‘Se ho letto della presunta irregolarità delle firme per la mia candidatura? Sì lo abbiamo letto, sono venuti anche in montagna. Abbiamo sempre risposto tramite i delegati di lista, che sono peraltro due avvocati, mi hanno rassicurato. Comunque effettueremo anche ulteriori accertamenti e verifiche ma da quello che mi viene rappresentato dai miei stessi delegati non c’è alcuna irregolarità’,  ha detto la sindaca di Roma, Virginia Raggi, a margine di un’iniziativa, in merito alla denuncia delle ‘Iene’.

‘Virginia Raggi ora che sei tornata a Roma rispondi su tema #firmefalse denunciato dalle Iene’, è quanto chiede via Twitter il senatore del Partito democratico Stefano Esposito, lanciando l’hastag #trasparenza, al sindaco di Roma sulla vicenda delle firme false raccolte per la sua candidatura raccontata dalla trasmissione di Italia Uno.

Il caso delle firme nella Capitale è stato sollevato da Alessandro Onorato, consigliere comunale per la Lista Marchini, che ha richiesto l’accesso agli atti per capire se sia stato commesso un falso nella candidatura di Virginia Raggi a sindaco di Roma. Le firme in questione sono quelle dei cittadini che i candidati di ogni partito devono raccogliere a sostegno della propria candidatura alle elezioni. Nel servizio delle Iene Onorato rivela di aver scoperto un’incongruenza. Nell’atto principale, ossia il modulo con cui si presentano le firme dei cittadini, è segnata la data del 20 aprile 2016 e sono indicate 1352 firme raccolte attraverso 90 ‘atti separati’,  (i moduli di raccolta delle firme stesse). Ma, il ‘Firma Day’ del M5s, ovvero il giorno della raccolta firme, è stato il 23 aprile, tre giorni dopo rispetto alla data indicata sul documento. ‘O sono veggenti’, commenta Onorato al microfono di Filippo Roma, o c’è un falso. Come facevano, infatti, i 5 stelle a sapere esattamente il numero delle firme che sarebbero state raccolte solo tre giorni più tardi?. Inoltre, aggiunge il consigliere della Lista Marchini, risultano per il 23 aprile dieci certificatori (coloro che per legge autenticano le firme raccolte) per venti banchetti di raccolta disseminati in tutta la città. “Ma possono dieci cancellieri coprire venti banchetti sparsi in venti zone di Roma?, si domanda Onorato, che afferma ironico: ‘Oltre al dono della preveggenza hanno forse anche quello dell’ubiquità?’.

La iena Filippo Roma va a chiedere allora spiegazioni ai due legali del M5S Alessandro Canali e Paolo Morricone, delegati della lista di presentazione delle candidature, i quali sostengono che è tutto lecito e che è una prassi utilizzata da tutti i partiti lasciare delle parti in bianco sull’atto principale, che è per sua natura una fattispecie a formazione progressiva, quindi un atto che come prevede la legge si può aprire prima della raccolta delle firme, lasciando alcune parti in bianco che verranno compilate in un secondo momento, sostengono i due avvocati.

Ma Roberto Giachetti, candidato sindaco per il Pd nel 2016 e Alfio Marchini, candidato per la lista omonima, interrogati dalle Iene dichiarano entrambi il contrario: ‘Prima si raccolgono le firme dei cittadini, poi se ne indica il numero esatto in un documento ufficiale’. Anche l’esperto di diritto amministrativo Bruno Santamaria smentisce la risposta dei legali del M5S e dichiara: ‘Mi spiace, ma la legge non prevede assolutamente questo’. E così anche l’Ufficio dei servizi elettorali del ministero dell’Interno e quello del Comune di Roma, il quale dichiara a sua volta che nel documento è presente un’anomalia e che pertanto il Comune non avrebbe dovuto accettarlo.

Immediata la richiesta di chiarimenti da parte di alcuni esponenti del Pd, come il senatore Stefano Esposito che,  come si diceva, lanciando l’hastag #trasparenza, si rivolge alla sindaca su Twitter:

 Servono,  dice anche il deputato Pd Andrea Romano,   risposte chiare e non balbettii come quello fornito dalla Sindaca che mancava poco dicesse all’inviato de ‘Le Iene’ che era candidata a sua insaputa. Dopo Palermo e Bologna,   prosegue l’esponente Dem – firmopoli a 5 Stelle anche a Roma? Il servizio comparso nel corso della trasmissione ‘Le Iene’ apre interrogativi enormi sulla validità delle firme raccolte nella Capitale per la candidatura di Virginia Raggi. Quanto sembra emergere dal servizio televisivo pare prefigurare una vera e propria truffa ai danni dei romani. Di Maio e Grillo hanno nulla da dire?’.
Cocis

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