Pensioni d’oro, nuovo calcolo e chi eviterà i tagli

Nuovo calcolo per le pensioni d’oro, con la soglia minima non più fissata a 4mila euro. Ecco chi riuscirà a ‘salvarsi’ dal taglio previsto dalla riforma.

In ambito previdenziale si fa un gran parlare delle cosiddette pensioni d’oro e dei relativi tagli previsti dalla riforma. Quest’ultima si farà, pare ormai chiaro, mentre permangono dubbi su modalità, portata dei tagli e calcolo dei nuovi assegni.

L’attuale Governo sottolinea la necessità dei tagli a determinate pensioni, data una questione di equità sociale e una concreta necessità economica  dello Stato, che intende sfruttare tali finanze per altri interventi relativi alla riforma pensionistica. Un tema caldo, in grado di assicurare un certo appoggio politico, fondamentale in un palcoscenico così frammentario come quello dei partiti italiani odierni.

Si era inizialmente pensato di ridurre le pensioni che superassero quota 4mila euro mensili, ma tale cifra pare possa essere abbassata fino a 3.700-3.800 euro. Calare la soglia porterebbe a coinvolgere molte più persone, con le prime stime che indicano più di 158mila pensionati interessati.

Considerando le professioni che, tendenzialmente, garantiscono pensioni più elevate in media, ci sono: medici, finanzieri, direttori generali, poliziotti, carabinieri, diplomatici, prefetti, ingegneri, architetti, commercialisti e altri professionisti. Un’analisi che ha portato Brunetta a lanciare un vero e proprio allarme, indicando donne e militari come categorie maggiormente a rischio, secondo il principio del maggior taglio seguente al maggior anticipo dell’uscita dal lavoro.

Il taglio previsto potrebbe variare dal 10 al 20%, andando a mantenere una delle più importanti promesse della scorsa campagna elettorale. Il via dovrebbe essere dato a partire dal 2019, con il sostegno dei due capigruppo di maggioranza alla Camera: Francesco D’Uva del Movimento Cinque Stellee Riccardo Molinari della Lega. Il loro parere in merito è che un intervento del genere sia del tutto equo e ragionevole, in conseguenza di una forte istanza sociale di solidarietà.

Ecco il pensiero esternato da Brunetta: “Con un ddl di questo genere si andranno a colpire anche le pensioni di vecchiaia. Un pasticcio da dilettanti insomma. Il risultato finale è che a essere colpiti saranno maggiormente donne e militari. Aspettiamo fiduciosi l’esame di riparazione di settembre per il professor Boeri e i suoi autorevoli discenti”.

Secondo tale disegno a ‘salvarsi’ sarà chi avrà lavorato a lungo, con particolare riferimento a magistrati e professori universitari, che solitamente restano in servizio fino a tarda età.

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