Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto aiuti ed energia. Al voto non ha preso parte il M5S: stando a quanto si è appreso, si sarebbe consumato un duro scontro nel corso del Cdm tra il Pd e il M5S sulla decisione dei grillini di non votare il decreto, in polemica sulla norma che apre alla possibilità di realizzare un inceneritore a Roma.
Il capodelegazione dei 5 Stelle al governo Stefano Patuanelli avrebbe chiesto lo stralcio della norma, che però gli è stato negato. Da qui la decisione del M5S di non votare il dl su indicazione del leader Giuseppe Conte e lo scontro coni dem, che avrebbero chiesto agli alleati del fronte progressista di non votare la singola norma, contenuta nell’articolo 13, anziché non votare l’intero provvedimento.
Ad ogni modo il governo è andato fino in fondo e ha approvato il nuovo Decreto aiuti e energia. “Il decreto che presentiamo questa sera testimonia l’impegno del governo nel sostenere le famiglie, in particolare le più deboli, nel sostenere le imprese” esordisce il premier Mario Draghi presentandolo in conferenza stampa. Nel clima di grandissima incertezza che c’è, “il governo fa il possibile per poter dare un senso di direzione, di vicinanza a tutti gli italiani. Le azioni e le decisioni di oggi rappresentano bene la determinazione del governo, e il senso del Governo stesso”.
Un provvedimento “molto articolato, perché si estende in molte aree”, il cui obiettivo principale è quello di difendere il potere d’acquisto delle famiglie, soprattutto delle più deboli, e la capacità produttiva delle imprese. L’incertezza resta molto forte, quindi il governo intende “fare tutto quel che è necessario”.
I nuovi provvedimenti messi in campo valgono 14 miliardi, che si aggiungono ai 15,5 miliardi dei provvedimenti precedenti. Per un totale di circa 30 miliardi già spesi, che equivalgono a circa 2 punti percentuali del Pil.
Tutto senza ricorrere a scostamenti di bilancio. Questo – spiega Draghi – si ottiene incrementando la tassa sui profitti eccezionali delle aziende dell’energia, che hanno accumulato in questi mesi. Il che, prosegue Draghi, “sta a dimostrare che, come abbiamo detto tante volte, non sono tanto gli strumenti che contano, ma conta la risposta alle necessità, alle esigenze. In altre parole, è importante segnalare ciò che richiedono gli interventi, come ci si arriva poi sarà una questione che viene decisa volta per volta”.
Le misure affrontano prima di tutto il problema del carovita, che penalizza i cittadini e certamente può frenare la ripresa. Nel mese di aprile il tasso di inflazione è stato del 6,2%, con un leggero calo rispetto a marzo ma comunque ai livelli più alti degli ultimi 30 anni. Un’inflazione, precisa Draghi, che dipende in grandissima misura dall’incremento elevato dei prezzi dell’energia. “Se noi facciamo eccezione per questi, il tasso di inflazione è il 2,9%. Sempre alto, sempre più alto, ma molto molto meno dei livelli che vediamo oggi”.
Cosa significa questo? Che queste sono situazioni temporanee e quindi vanno affrontate con strumenti eccezionali, prosegue il capo del governo. “Senza questa azione da parte nostra, queste situazioni temporanee finiscono per indebolire l’economia, aumentare la povertà e creare poi delle condizioni permanenti di debolezza economica, di povertà”.
Draghi ricorda anche che il governo aveva già stanziato 20 miliardi per sostenere l’economia e le famiglie. L’economia attualmente attraversa una fase di rallentamento, nel primo trimestre è stato registrato un -0,2% rispetto al trimestre precedente, quando l’economia era salita dello 0,7%, “quindi si tratta per il momento di un rallentamento, non di una recessione. Ora vedremo come andranno i prossimi mesi”.
Ciò che però bisogna fare – prosegue il capo dell’Esecutivo – è però già ora registrare alcuni dati sul mercato del lavoro che sono usciti oggi: mostrano come a marzo ci siano stati 800mila occupati in più rispetto a un anno fa. Il tasso di occupazione ora in Italia sfiora il 60%, è il livello più alto dall’inizio delle serie storiche italiane. A marzo il tasso di disoccupazione è sceso all’8,3%. Dati che il premier definisce “positivi”.
Nell’ultimo mese c’è anche un forte segnale di ripresa dell’occupazione a tempo indeterminato: ci sono stati 122mila occupati in più, di cui 103mila a tempo indeterminato e 19mila a tempo determinato.
“Non voglio enfatizzare troppo queste notizie, certamente arrivano in un momento in cui tutta la gran parte delle diagnosi economiche sono più pessimistiche, le previsioni di tutti gli istituti internazionali mostrano rallentamento, si parla di pericolo di recessione. E, d’altronde, i rischi che osserviamo – quelli prima di tutto derivanti dall’inflazione, che può indebolire i consumi, poi dalla guerra e l’incertezza per la guerra e le sanzioni – non possono far pensare a un quadro positivo. Però è importante registrare questi dati positivi, molto positivi e inattesi in questo quadro”.
Con questo nuovo decreto “approviamo numerose liberalizzazioni, importanti riforme nel settore delle energie rinnovabili.
Riforme, liberalizzazioni o semplificazioni che dovrebbero permettere, nelle intenzioni di Palazzo Chigi, di accelerare la transizione ecologica, “di fare quello scatto negli investimenti, nelle rinnovabili che contribuiranno sicuramente a renderci più indipendenti dal gas russo” spiega il premier.
Il governo vuole guardare oltre questa fase di emergenza: per questo ha deciso anche misure di semplificazione, di liberalizzazione e che sono la “strada maestra” per poter procedere a un investimento significativo nelle rinnovabili. Draghi fa riferimento esplicito, come atteso, al gas russo. La strategia del governo è quella di affrancarsi il più rapidamente possibile “e il progresso fatto in questi mesi è straordinario”, dice.
Ma quali sono queste misure? Prima di tutto viene rinnovato per altri 2 mesi il taglio delle accise su benzina e gasolio e per altri 3 mesi il bonus sociale per i meno abbienti, “che continuano a essere protetti dai rincari dell’energia”. Nell’ultimo decreto la quota dei bonus sociali era già stata estesa a 5,2 milioni di famiglie che, quindi, continuano essere protette.
Ma la grande novità è che il governo dà il via libera a un importante provvedimento di sostegno ai redditi di 28 milioni di italiani, tra pensionati e lavoratori dipendenti e anche autonomi. Per i pensionati e lavoratori dipendenti che hanno un reddito fino a 35mila euro ci sarà un bonus uguale per tutti di 200 euro, quindi una misura che consente di aiutare le famiglie e limita i rischi di ulteriori aumenti di inflazione.
Vengono poi estesi i crediti di imposta per le aziende a maggiore intensità di gas ed elettricità, vengono adeguati i prezzi nei contratti d’appalto per riflettere l’aumento dei costi delle materie prime e sono, quindi, coperti fino al 90% del rincaro. Il fatto che venga coperto l’aumento del costo delle materie prime permette di mantenere tutti i cantieri che sono stati aperti con il PNRR, ma non solo, in maniera tale che possano continuare a lavorare, quindi a occupare persone, spiega Draghi.
Poi, viene creato un fondo per le imprese che hanno sofferto di più per i danni della guerra e partono i ristori per gli enti locali per i costi che stanno affrontando.
Riassumendo, il decreto punta a contrastare nuovamente gli effetti della crisi politica e militare in Ucraina, potenziando strumenti a disposizione e creandone di nuovi, con particolare riguardo a questi ambiti:
- energia, con misure per ridurne il costo, semplificare ulteriormente i procedimenti autorizzatori per la realizzazione di nuovi impianti e potenziare la produzione energetica nazionale
- imprese, con misure per assicurare liquidità alle imprese colpite dalla guerra in Ucraina, fronteggiare il rincaro delle materie prime e dei materiali da costruzione, assicurare produttività e attrazione degli investimenti;
- lavoro, politiche sociali e servizi ai cittadini, con misure per lavoratori e pensionati contro l’inflazione, nonché per il personale, il trasporto pubblico locale, le locazioni, i servizi digitali;
- enti territoriali, con misure per sostenere Regioni, province e comuni e potenziare gli investimenti;
- accoglienza e supporto economico, con misure sia a beneficio delle persone in fuga e accolte in Italia, sia in favore del governo ucraino.