La paura del voto

L’irrilevanza politica angoscia i piccoli partiti. Pur di avere una visibilità, seppur breve, alcuni (Lega e Cinque stelle) hanno addirittura disertato l’invito alle consultazioni politiche del presidente Napolitano. Gli esponenti de “I fratelli d’Italia” hanno polemicamente consegnato al presidente Napolitano le schede elettorali. Altri (Scelta Civica, Nuovo Centro Destra), argomentando sui dettagli del futuro programma di governo, hanno chiesto tempo per valutare le proposte di riforme. In realtà, i piccoli partiti sanno che stanno combattendo la loro ultima battaglia contro l’irrilevanza politica. Quella che Matteo Renzi gli ha già fatto assaporare in occasione del patto sulle riforme sottoscritto con Berlusconi. Ciononostante tutti i piccoli partiti vorrebbero essere determinanti nella prossima maggioranza (almeno al Senato) che dovrà sostenere il nuovo governo di Renzi. Ma così non sarà. Se il presidente Napolitano conferirà l’incarico al segretario del PD, partito di maggioranza relativa, Renzi non “farà prigionieri” e sarà coerente con i tempi e gli obiettivi della sua “guerra lampo”. Non sarà un governo di centro sinistra, del tipo Letta bis sostenuto dal NCD, SC e Popolari per L’Italia. No, sarà un governo di sinistra con un programma di ambiziose riforme inerenti le politiche fiscali, le politiche del lavoro, orientato verso una politica di crescita economica e sviluppo sociale. Perché riuscirà dove nessuno prima di lui neanche ha provato (Bersani e Letta) ? Perché se Renzi non riuscisse, dopo ci potrà essere solo il voto. E nessuno dei piccoli partiti vuole scomparire in pochi mesi definitivamente (Fini docet) dal panorama politico, quale che sia o che sarà la legge elettorale. La paura del voto sosterrà il governo Renzi.

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