La crisi siriana impone all’Italia l’esame di maturità

La crisi siriana irrompe come un fulmine a ciel sereno nella palude in cui sono finite le forze politiche “vincitrici” delle elezioni dello scorso 4 marzo.I governi servono a fronteggiare le situazioni impreviste e a difendere l’interesse nazionale. In Italia ne serve uno nella pienezza dei suoi poteri e al più presto.Da più parti si spera che quest’attacco degli Usa, Regno Unito e Francia si fermi e non si inneschi una reazione a catena. Per fortuna che le forze in campo, anche se schierate su fronti opposti continuano a dialogare.Sembra che Putin sia stato avvertito dai francesi dell’attacco proprio per evitare lo scontro militare diretto.Perciò c’è bisogno di dare una voce autorevole all’Italia. Difatti è in corso un “gioco”, di quelli che riscrivono i rapporti di forza internazionali e ridisegnano gli assetti geopolitici, e ciò può avere un’influenza anche sulla situazione in Libia, in Turchia, e sul flusso degli emigrati verso l’Europa. Basta guardare all’alleanza stretta da Turchia, Russia e Iran e si capisce che lo scontro in atto è tra Israele ed Iran e su questa posizione, a gran voce gli israeliani richiedono l’aiuto della Casa Bianca. E’ giocoforza che l’Italia recuperi in fretta il suo ruolo in seno all’UE, perché è in gioco l’interesse nazionale.Ai protagonisti della crisi italiana si chiede, dunque, un rinnovato senso di responsabilità e di urgenza ed uscire dalle sabbie mobili di esasperati tatticismi, lunghi e stucchevoli. Molto superficiale e non oculata l’uscita di Salvini, definendo irresponsabile ed inutile l’attacco di Usa, GB e Francia in Siria. Per Un leader politico che si candida a Premier è stato un boomerang, tant’è che il suo stesso alleato Berlusconi ne ha preso le distanze.La sua dichiarazione è stato un voler mettere in discussione le alleanze del nostro Paese in Europa e nei confronti del nostro storico alleato: gli USA. Di contro il suo potenziale partner di governo ha precisato e sottolineato che il suo Movimento rimarrà a fianco dei nostri alleati. Per i “vincitori” del 4 marzo e anche per gli sconfitti, la crisi siriana rimane un esame di maturità. Devono assumersi le loro responsabilità e fare in fretta. Sarebbe grottesco che se Trump e Putin dovessero incontrarsi in un vertice internazionale organizzato sulla crisi in Siria, l’Italia stesse ancora ad aspettare un incontro tra Di Maio e Salvini.

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