Berlusconi. Alle 20.30 al Colle per dimissioni. Inizia l’era Monti. Folla contesta il Cav

Dopo 15 giorni di “repubblica presidenziale” termina l’era Berlusconi. Il governo Monti si farà. Silvio Berlusconi trova l’accordo con il neo senatore a vita su un esecutivo tecnico a tempo. Dopo l’ok della Camera dei deputati al ddl stabilità,  approvato in via definitiva con 379 voti a favore 26 no e 2 astenuti, la palla passa al Quirinale. La crisi di governo può iniziare il suo ultimo giro di boa con la nomina dell’ex commissario Ue. Prima però le dimissioni di Berlusconi, che dopo il consiglio dei ministri, il suo ultimo da presidente del consiglio, salirà al Colle per ratificare le dimissioni promesse al presidente della Repubblica nei giorni scorsi. Il timing della crisi è molto serrato. Giorgio Napolitano vuole far giurare il nuovo governo per l’apertura dei mercati per dare una prima seria risposta ai mercati. L’imperativo di queste ore è fare presto. Dopo le telefonate di rito con gli ex inquilini del Quirinale, il capo dello Stato nella giornata di domani incontrerà tutti i gruppi parlamentari e subito dopo firmerà il mandato al professore Mario Monti.

Ok al Ddl stabilità. La Camera dei deputati approva in via definitiva il provvedimento con 379 voti a favore 26 no  2 astenuti. Ma il clima in Aula è stato più teso del solito soprattutto per gli interventi di Dario Franceschini (Pd) e Francesco Cicchitto (Pdl). Da un lato i supporter del Cav che gridavano “Silvio, Silvio” con i leghisti a gridare “elezioni, elezioni”. Per Franceschini “si è perso del tempo prezioso. Quanto sarebbe stato diverso se il 14 dicembre dell’anno scorso quel voto fosse andato diversamente, non avremmo sprecato un anno. E di quelli che hanno causato quella situazione ci sono nomi e cognomi agli atti parlamentari, e non li dimenticheremo”. Piccata, e non poteva essere altro la risposta di Cicchitto.
“I mercati sono riusciti dove non è riuscita la sinistra italiana, a far cadere Berlusconi, grazie ad un complesso di interessi economici e finanziari che oggi gioca una partita decisiva sulla tenuta dei governi e sulla tenuta democratico”. E immancabile il siparietto. Protagonista Domenico Scilipoti “Il giorno 14 di dicembre 2010 ho fatto una scelta e di quella scelta non mi pento”, ha precisato il deputato di Popolo e territorio, “è stata sventata un’operazione che cercava di portare a Palazzo Chigi un personaggio importante che aveva rapinato gli italiani con i derivati”. “Oggi – accusa Scilipoti –  si sta facendo un colpo di Stato perché questo è l’ultimo parlamento eletto dai cittadini italiani”, ha gridato. “Da domani saremo commissariati da un personaggio che appartiene alla lobby delle banche ed è stato indicato non certo per salvare l’Italia, ma per garantire un gruppo di mercenari e di delinquenti”.

Davanti Palazzo Chigi si è radunata una folla che saluta l’uscita di ministri e parlamentari del Pdl con fischi e urla. Ma Silvio Berlusconi ad essere oggetto delle contestazioni al grido “Dimissioni, dimissioni”.

Tra la folla spiccano le bandiere di Forza Nuova tra esponenti della sinistra.

Il leader dell’Idv , Antonio Di Pietro, si unisce al gruppo dei manifestanti dell’estrema sinistra e canta con loro “bella ciao”: oggi diventa “il nuovo partigiano d’Italia”.

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