L’ assenza italiana dal gruppo dei cosiddetti ‘ volenterosi ‘, i Paesi che indirizzano la politica europea sulla guerra e la pace in Ucraina, ha destato immenso stupore. La posizione in politica estera, fino a qualche giorno fa, era stata un punto di forza della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Ma oggi, come d’incanto è diventato un punto di debolezza. L’ iniziativa di Francia, Germania, Regno Unito e Polonia è stata tutt’ altro che irrilevante, soprattutto nelle fasi in cui si era manifestato il totale disimpegno degli Usa nei confronti dell’ Ucraina, culminato nel drammatico incontro/ scontro nello studio Ovale a Washington con l’ umiliazione di Zelensky. Gli europei in quel frangente non hanno mai lasciata sola l’ Ucraina, ma hanno portato avanti la tesi per una pace giusta e duratura. Oggi la ripresa dei colloqui tra Trump e Putin, riaccende le speranze per un cessate il fuoco, anche se i negoziati sono sempre più complicati degli annunci, come è avvenuto in quel di Istanbul. Intanto Donald Trump ha ripreso il confronto con gli europei, come è avvenuto a Tirana, ma l’ Italia non era presente. Forse sono stati gli stessi Macron, Merz, Starmer e Tusk a non volere il coinvolgimento della nostra Premier, per le troppe voci di dissenso nella maggioranza di governo, l’ eccessiva vicinanza ideologica a Elon Musk e Trump e nonostante il sostegno a Zelensky. In questo momento la Meloni in Europa paga anche l’ alleanza con i partiti dell’ ultradestra europea, filo-russi, che negano il sostegno all’ Ucraina. La Presidente del Consiglio sostiene che non si è trattato di un’ esclusione, bensì della volontà italiana di non essere d’accordo sull’ invio di truppe in Ucraina. Ma il Cancelliere tedesco, Merz, ha precisato che nel dialogo con Trump non si parlava affatto dell’ invio di truppe, ma piuttosto delle condizioni necessarie per uno stop alla guerra. A questo punto se la nostra non partecipazione dovesse protrarsi, potrebbero verificarsi due conseguenze molto serie. Partiamo dalla constatazione, che dopo nove anni dalla Brexit, abbiamo un chiaro e netto riavvicinamento del Regno Unito all’ UE. E questo avviene sui comuni interessi geopolitici e di sicurezza. Difronte ad un chiaro e progressivo disimpegno americano conseguenza è che tornando centrale il ruolo della Germania e rafforzandosi sul piano militare, insieme a Francia e Polonia , diventerebbero i guardiani del confine con la Russia di Putin. A questo punto tocca all’ Italia assicurare una visione di sicurezza più ampia e non limitarsi al contenimento dell’espansione russa, ma deve tenere chiari gli interessi geopolitici italiani e europei in direzione del Mediterraneo, l’Africa e il Medioriente. A questo punto se sono stati i volenterosi ad escluderci, il governo farebbe bene a manifestare la volontà di contribuire all’ impegno comune per l’ Ucraina, nelle sedi a ciò deputate. In ballo non c’ è solo il futuro dell’ Italia, ma dell’ Europa intera.
Andrea Viscardi