Manovra e lettera dell’Ue: ‘Deviazione senza precedenti nella storia’

Doveva essere la giornata decisiva per allentare un po’ la tensione tra Roma e Bruxelles ma l’Unione Europa non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro. La Commissione ha inviato la lettera al Governo italiano confermando la bocciatura della Manovra: ‘Mostra una deviazione’,   si legge nella missiva riportata dal sito di Repubblica,   ‘senza precedenti del Patto di stabilità sia per il fatto che contempla una espansione vicino all’1% sia per una deviazione dagli obiettivi pari all’1,5%. Proprio per questo si profila un non rispetto particolarmente serio con gli obblighi del Patto’.

Da Bruxelles fanno sapere che con un debito al 130% del PIL e le attuali previsioni, l’Italia rischia di essere fuori dalla regola sul debito. In passato si tenne conto del fatto che Roma era in regola con il braccio preventivo del Patto di Stabilità e di Crescita e per questo non erano state adottate sanzioni. Ma ora la conclusione del report potrebbe essere rivista.

La Commissione Europea ha dato un weekend di tempo all’Italia per decidere cosa rispondere. Entro il 22 ottobre dovrà arrivare la replica e solamente dopo Bruxelles prenderà la decisione finale sulla Manovra che fa sempre discutere.

La dura lettera da parte della Commissione Europea era stata anticipata da Jean-Claude Juncker che aveva ribadito la linea dura di Bruxelles: ‘Non è nostra intenzione di aggiungere flessibilità a flessibilità per l’Italia. Nel Consiglio abbiamo affrontato brevemente la questione dei bilanci degli Stati. Il premier Conte ha presentato la situazione italiana ma aspettiamo il report della Commissione prima di reagire. La Manovra verrà valutata con il rigore e la flessibilità che usiamo per i bilanci di tutti gli altri Paesi’.

Replica da Bruxelles il premier, Giuseppe Conte, convinto non sia alcuna deviazione. ‘Forse si riferiscono al valore assoluto. Ma noi già dovevamo partire da un riallineamento all’1,2%, più le clausole Iva si andava al 2%. Dal 2% al 2,4% è smentito che si tratti di una deviazione senza precedenti’,  afferma in conferenza stampa dopo il vertice europeo.

 L’Italia,   ha aggiunto,  deve crescere, l’Italia gode di buona salute, mi rendo perfettamente conto che c’è tensione nei mercati, ma i fondamentali dell’economia sono saldi, il nostro Paese è un soggetto in buona salute, e noi non possiamo che auspicare l’avvio di percorso che ci vede seriamente disponibili al dialogo con la Commissione Ue.

Duro il vicepremier Di Maio: ‘Un paese come l’Italia, che è la seconda potenza manifatturiera d’Europa e contribuente netto, non può accettare ultimatum, quindi non lo considero un ultimatum. Se lo è, è inaccettabile’.

Sulla vicenda interviene anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha incontrato Pierre Moscovici. Fonti del Quirinale precisano che si è trattato di un incontro ‘cordiale e costruttivo’ nel quale Mattarella ha auspicato che ci sia il massimo di collaborazione con l’Italia. E che attraverso il dialogo e il confronto si trovi una intesa.

  La conferenza stampa di Conte a Bruxelles

Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, al quale oggi il commissario Pierre Moscovici ha consegnato la lettera, ha auspicato che le posizioni con l’Ue si possano avvicinare:  ‘Abbiamo ricevuto la lettera con le osservazioni della commissione. Si apre quello che abbiamo definito un dialogo costruttivo partendo da valutazioni diverse sulla nostra politica economica. Abbiamo constatato queste valutazioni diverse, riteniamo di dovere approfondire le nostre spiegazioni delle ragioni della nostra politica, di far conoscere meglio alla commissione le riforme strutturali che porteremo avanti con la legge di bilancio e quindi di poter avvicinare speriamo le nostre posizioni’.

Secondo Moscovici,  l’Italia ha diritto di scegliere le sue priorità di bilancio, di mettere l’accento sulla lotta alla povertà, la Commissione non interferirà su queste scelte che sono legittime ma abbiamo tre domande da rivolgere al governo italiano: la prima è come finanzierà le spese nuove annunciate, chi pagherà la fattura delle spese supplementari non finanziate. L’altra domanda è sul percorso per il calo del debito, la terza, la mancata convalida dell’Upb.

La Commissione, ha aggiunto il commissario, non è contro l’Italia, non è un avversario dell’Italia. E’ l’arbitro sul campo, la persona che fa rispettare le regole del gioco.

‘Non abbiamo nessuna comprensione  per le politiche finanziarie dell’Italia, ci aspettiamo che il governo rispetti le regole’, ha affermato il cancelliere austriaco:  ‘Non siamo i soli a pensarlo, anche molti altri Paesi appoggiano la Commissione nel chiedere il rispetto delle regole comunitarie’, ha sottolineato il cancelliere: ‘I criteri di Maastricht valgono per tutti’,   ha detto Kurz: ‘In Austria di sicuro non pagheremo per il debito di altri’.

I populisti europei con i quali la Lega da tempo corteggia l’idea di un fronte unico per le elezioni europee del maggio 2019 hanno più volte deluso Matteo Salvini, ma il colpo non era mai stato così duro come quello inferto dal cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, presidente di turno dell’Unione Europea.

Kurz e l’attuale ministro dell’Interno Salvini nei mesi scorsi avevano trovato diverse convergenze sulla politica europea, soprattutto riguardo i migranti. Il governo austriaco, insieme a quello ungherese, è considerato tra i più vicini all’attuale esecutivo giallo-verde. Però più si entra nei dettagli del rapporto fra il governo gialloverde e i suoi  alleati in Europa, più emerge un paradosso di fondo: molti tra i leader Ue affiancati da Salvini nella ‘internazionale populista’ scrive il ‘Sole 24 Ore’ sono, in realtà, schierati su linee che finiscono per intralciare i progetti dell’esecutivo gialloverde.

Il divario più evidente è sulla questione migratoria, dove gli interessi dei ‘patrioti’ dell’Est, dell’Austria e di una certa Germania sono all’opposto dell’Italia. Ma anche le politiche di bilancio evidenziano una differenza di vedute che stonerebbe all’intero di una famiglia politica comune in Europa, sempre che se ne riesca a definire una in vista delle urne di maggio 2019.

Proprio il 7 ottobre Kurz aveva annunciato che Vienna avrebbe presentato alla Commissione una bozza di bilancio con deficit/Pil pari allo zero per cento, mentre l’Italia insiste su una manovra che lo farà lievitare al 2,4%. Viktor Orbán, nonostante le varie tensioni con la comunità, non ha mai messo ufficialmente in dubbio il rispetto dei parametri di Maastricht, anche perché l’Ungheria e gli alti Paesi di Visegrad  ricevono dall’Europa molti più fondi di quanti ne versino

Questa è un’altra differenza di peso con Italia, in credito i circa 2 miliardi, dati dalla differenza tra i 12 versati e i quasi 10 ricevuti. In totale, nel solo 2017, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria hanno versato 5,7 miliardi di contributi a fronte di 21,3 miliardi di euro di fondi incassati da Bruxelles.

 

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