La Fondazione Donà dalle Rose promuove la IV edizione di BIAS – Biennale Internazionale di Arte Contemporanea Sacra

PRESENTAZIONE

BANDO

DI PARTECIPAZIONE ALLA

BIENNALE INTERNAZIONALE ARTE

CONTEMPORANEA SACRA 2022

www.bias.institute

“HUMAN POSOLOGY”

La Fondazione Donà dalle Rose, da una progettualità dell’artista Rosa Mundi, promuove la IV edizione di BIAS – Biennale Internazionale di Arte Contemporanea  Sacra, che lega Venezia alla Sicilia, due isole nel Mare Internum Nostrum.

La BIAS è un’occasione per gli artisti di tutto il mondo (di arti figurative, musicisti, performer, registi, compositori, architetti, designer, visual artist, …) di misurarsi su un tema che ogni due anni viene lanciato attraverso apposito bando pubblico sul sito sia della BIAS www.bias.institute sia della Fondazione Donà dalle Rose, www.fondazionedonadallerose.org

TEMI BIAS

  • 2022 Human Posology
  • 2020 The time of life, the life of time
  • 2018 The Door: Porta itineris longissima dicitur esse
  • 2016 The Creation

Gli artisti nel partecipare sono liberi di autodeterminarsi nella loro appartenenza ad un padiglione piuttosto che ad un altro.

PADIGLIONI BIAS

  • Padiglione abramitico (ebreo, cristiano e islamico);
  • Padiglione buddista
  • Padiglione delle religioni perdute (archeologico)
  • Padiglione esoterico
  • Padiglione filosofico
  • Padiglione induista
  • Padiglione religioni africane
  • Padiglione sciamanico
  • Padiglione scientifico
  • Padiglione web artist

Prescindendo dal concetto di artista di Stato, geograficamente ricondotto ad una Nazione piuttosto che ad un’altra, BIAS lascia inoltre a ciascun partecipante la possibilità di creare un Padiglione nuovo fra quelli già esistenti e in cui l’artista stesso si senta adeguatamente rappresentato.

L’esposizione BIAS si articola in particolare tra Venezia (Marina di Sant’Elena, Palazzo Donà dalle Rose, neo-distretto culturale “Fondamenta Nove dell’arte”, Villa Barbarigo di Valsanzibio, sui Colli Euganei) e la Sicilia, per continuare in tutta Italia dal Piemonte alla Sardegna, dalla Toscana alle Puglie.

L’arte come il ponte del logo della B di BIAS è il ponte che unisce le diverse culture, è il linguaggio che irrompe e sgretola il pregiudizio, superando ogni umana barriera da sempre limite per ogni vera conoscenza.

Ogni anno BIAS si apre a nuovi luoghi, spesso iconici all’estero, tra cui Sinai in Egitto, Senegal, Israele Palestina, Spagna, Francia, Uruguay e tanti altri, dando così vita ad un’esposizione transnazionale di arte contemporanea sacra legata alla spiritualità dell’artista e rivolta a tutte le religioni dell’umanità.

BIAS 2022 – HUMAN POSOLOGY

L’improbabile binomio “Posologia umana” astrattamente riconduce l’umana identità ad una cura, ad un antidoto, ad una posologia farmacologica.

Il binomio racchiude in sé una forte provocazione e diventa spunto di riflessione sul ruolo dell’uomo che è in alternativa curatore, salvatore, distruttore del mondo e di conseguenza di sé stesso. La posologia umana apre il dibattito artistico e filosofico, ma anche scientifico sulle istruzioni possibili, in uso o ideali per gestire e contenere l’umanità. La posologia è una parte della prescrizione medica (ricetta) riguardante le dosi e i tempi per l’assunzione di un farmaco, contenuta comunemente anche sul foglietto illustrativo del farmaco, detto anche “bugiardino”. Il tema di BIAS 2022 metterà a dura prova gli su temi climatici, atmosferici, sanitari ed agroalimentari. I tempi delle scadenze possibili di un farmaco verranno assimilati allo scadere del sapere costantemente sottoposto al ritmo della scienza e delle scoperte tecnologiche sino al paradosso di una ipotetica allergia del pianeta mondo avverso all’umanità che ha tentato (inconsciamente, involontariamente e con presunzione) di distruggerlo” afferma Chiara Modìca Donà dalle Rose Presidente BIAS.

BIAS 2022 – Dagli esordi ad oggi

Una Biennale, la BIAS, nata nel 2009, che supera l’idea di Padiglioni nazionali in cui racchiudere i singoli artisti di tutto il mondo, creando invece dei Padiglioni spirituali in cui le matrici della dialettica utilizzata dagli artisti genera ideali Padiglioni Abramitici, filosofici, scientifici, buddisti, induisti, zorastriani, etc, uniti dal comune denominatore BIAS, ossia l’essere sprovvisti di muri, di barriere fisiche e di riserva mentali figlie del pregiudizio del relativismo culturale nazionalistico.

Francesco e Chiara Donà dalle Rose, a capo della Fondazione Donà dalle Rose, dopo anni di lavoro e di promozione dell’arte e della cultura del collezionismo e soprattutto del mecenatismo di cui sono interpreti incontrastati nella memoria e nelle loro quotidiane azioni da più di 600 anni, sulle orme dei loro antenati hanno creato un percorso artistico nel cuore dell’ormai antico borgo di Porto Rotondo, tra i ginepri e il granito di  questo luogo meraviglioso della Sardegna che incanta turisti di ogni dove e ci narra la limpidezza di un mare cristallino e di una natura a tutt’oggi incontaminata.

BIAS 2022 – ARTE SENZA CONFINI E SENZA PREGIUDIZI

 “È la spiritualità oltre le barriere linguistiche e geopolitiche, oltre i confini nazionali, in una visione universale che individua nel dialogo tra arte e religione un medium privilegiato di valori etici ed estetici. L’arte diviene strumento di dialettica, di riflessione sul concetto di identità, per segnare un percorso inter/trans-religioso funzionale al disvelamento della complessità, quanto mai attuale, della diversità umana e della sua altrettanto polisemica produzione artistica. La lingua e la religione hanno una funzione pregnante nella società umana, consentono la comunicazione, ne affermano i livelli di definizione, coadiuvano nella costruzione del senso che l’uomo attribuisce al proprio vissuto, sia metafisicamente che bio-culturalmente”  conclude  Chiara Modìca Donà dalle Rose.

BIAS vuole contribuire alla realizzazione di un percorso di crescita collettiva, di un contesto di espressione artistica e dialogo interreligioso, al confine tra il sacro e la spiritualità più eclettica, vuole superare i limiti espressivi della lingua e della non-conoscenza delle religioni e delle culture dell’altro, vuole in sostanza trasformare l’arte contemporanea in uno strumento di indagine, denuncia, conoscenza, per annientare l’azione cancerogena del pregiudizio, nato soprattutto per finalità politico-economiche.

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