Investitore estero, scelte governative e Jobs Act

Un investitore di un paese straniero avrà sicuramente alcune perplessità nel decidere se investire o meno in Italia. Forse non si soffermerà molto sui punteggi bassi del Paese nelle classifiche della Banca Mondiale, conscio che ogni mercato va valutato sia nei difetti che nei punti di forza,  ma valuterà attentamente che i laureati in Italia sono il 12% della popolazione, contro il 22% della Francia ed il 26% della Germania. Assumere neolaureati può però  avere alcuni vantaggi,  perchè può essere conveniente assumerlo per costi più bassi visto che il Jobs Act detassa i nuovi contratti. Diversamente l’investitore estero vedrà, come nel caso Ilva, che  il governo ha nazionalizzato una impresa privata attraverso una legge,  visto che i vecchi azionisti sono stati raggiunti da accuse gravi, come reati ambientali, fiscali e valutari. Questo sarebbe accaduto per mantenere in piedi l’azienda e pagare i lavoratori. Gli ex proprietari aspettano il rinvio a giudizio ma, nella fattispecie, i fondi sequestrati, se trovati, verranno versati alla nuova azienda, ormai nazionalizzata. A questo punto sarà naturale chiedersi se esiste un chiaro piano del governo per risanare l’Ilva e riportarla sul mercato e, comunque, il tutto apparirà come una forzatura anche perchè non è chiaro con quali fondi l’azienda verrà risanata. Il sistema finanziario dell’Italia non è certo rassicurante visto che la Mps, terza banca del Paese, ha un attivo di 190 miliardi ma non ha superato gli esami della vigilanza europea ed il governo non ha chiarito se preferirà una fusione con una grande banca estera oppure una soluzione più blanda con una banca nazionale. A questo punto l’investitore estero rifletterà…

Luigi Viscardi

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