Il giorno del giudizio per Berlusconi

Oggi pomeriggio la decisione del Tribunale di Sorveglianza che deciderà se affidare Berlusconi ai sevizi sociali oppure destinarlo agli arresti domiciliari. Il carcere viene escluso perché un uomo di 78 anni, tra l’altro leader di partito, per un residuo pena di alcuni mesi in carcere non ci finisce. I suoi legali, Coppi e Ghedini, hanno chiesto di non aprire le porte alla stampa, ritenendo inutile e controproducente mostrare ai tg di mezzo mondo l’aula della sentenza. Ghedini ha sconsigliato a Berlusconi di essere presente in aula all’udienza,  raccomandandogli inoltre di non ritornare sulla persecuzione giudiziaria, visto che quanto verrà  deciso oggi riguardo alle misure potrà essere revocato in qualsiasi momento. Consigli che possono cadere nel vuoto visto che l’ex premier dichiara: “Tenetevi pronti, perché se va come temo, scateniamo la fine del mondo.”. Un fatto è certo, visto che non essere presente in aula non depone bene, perché si deciderà se sarà scontata, o meno, la pena ad i servizi sociali. Ma tant’è, visto che l’ex Cavaliere si muove con una stampella. I giudici dovrebbero interloquire con il condannato  e non affidarsi alle memorie dei suoi legali. Non è stata sicuramente valutata bene la battuta in cui viene definito da Berlusconi il Tribunale di Sorveglianza come il braccio giudiziario della sinistra.  Una prima proposta, qualora dovesse essere accolta l’istanza di affidamento, è stata presentata, su impulso degli stessi magistrati di Sorveglianza, dall’Uepe, l’Ufficio esecuzione penale esterna, che ha in carico l’ex Cavaliere: assistere gli anziani, anche disabili, in una struttura dell’ hinterland milanese, non molto lontano dalla sua residenza di Arcore, per mezza giornata una volta alla settimana. Un’attività di volontariato che, da quanto si è saputo, punta a istradare l’ex capo del Governo lungo un percorso riabilitativo e che è stata studiata nei minimi dettagli, anche quelli logistici legati agli spostamenti di Berlusconi con tanto di scorta e clamore mediatico.  L’ultima parola però, nonostante il programma suggerito dai servizi sociali, spetterà al Presidente del Tribunale di Sorveglianza Pasquale Nobile De Santis ed  al giudice relatore Beatrice Crosti, che decideranno entro cinque giorni, affiancati da due esperti esterni, la criminologa Silvia Guidali e la sociologa Federica Brunelli. Una volta depositato, il provvedimento, sia che disponga l’affidamento in prova sia la detenzione domiciliare, verrà trasmesso alle parti e anche all’ufficio della Procura della Repubblica competente per l’esecuzione. Nel primo caso entrerà in scena l’Uepe, che entro 10 giorni convocherà il condannato per la firma del verbale in cui sono elencate le prescrizioni come il divieto di frequentare pregiudicati e tossicodipendenti, non uscire di casa dalle 23 alle 6 di mattina e non allontanarsi dalla Regione Lombardia o dalla Provincia del luogo dove ha eletto il domicilio. Da questo momento, inoltre, comincerà a decorrere la pena, cioè verranno scalati i giorni di pena espiata fino a quando il leader di Forza Italia avrà saldato il suo debito con la giustizia. E se il suo percorso di riabilitazione, fatto anche di colloqui con un assistente sociale, dovesse essere giudicato positivo, al termine del primo semestre, l’ex Cavaliere godrebbe anche di una liberazione anticipata di 45 giorni. Se invece dovesse essere disposta la detenzione domiciliare, sarebbero, come accade di solito, i carabinieri ad occuparsene e, eccetto deroghe, il leader di Forza Italia, potrebbe uscire di casa solo un paio d’ore al giorno. La decisione potrebbe essere assunta oggi stesso,  ma le regole vietano che il contenuto sia diffuso separatamente dalle sentenza. Entro cinque giorni sarà resa pubblica.

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