The president of the Fratelli d'Italia (FdI) party Giorgia Meloni with the parliamentarians of the Fratelli d'Italia party demonstrate against the Italian government in front of the Chigi Palace during the emergency blockade of the Coronavirus Covid-19 in Rome, Italy, 28 April 2020. ANSA/ANGELO CARCONI

Dagospia: “Nel comitato dei tecnici pensano a rinviare le elezioni di settembre”. Meloni: «Pronti a scendere in piazza in caso di rinvio delle elezioni»

Un altro mattoncino sulla strada del rinvio delle elezioni regionali di settembre. Dagospia aggiunge carne al fuoco citando i tecnici di Giuseppe Conte: “Sembra che qualcuno nel Comitato tecnico scientifico – scrive il sito di gossip politico fondato da Roberto D’Agostino – abbia già iniziato a riflettere su ipotesi di rinviare le elezioni regionali del 20 e 21 settembre, dove il Pd rischia di rompersi l’osso del collo. E anche sulla scuola c’è maretta – aggiunge Dago – Miele per le orecchie di Conte e Zingaretti: finché c’è Covid c’è speranza…”.

Negli ultimi giorni si sono rincorse molte voci di corridoio a Roma e non solo sull’ipotesi di rinvio causa coronavirus. “Non osino”, ha ammonito Giorgia Meloni, facendo eco a Matteo Salvini. Mercoledì sul Tempo diretto da Franco Bechis si faceva riferimento a un grillino intercettato con amici a cena: “Siete sicuri che a settembre si vota?”, era la sua domanda molto maliziosa rivolta agli altri commensali. E il quotidiano romano aggiungeva facendo una data, il 18 settembre (due giorni prima del voto): per quel giorno ci si dovrebbe attendere un decreto che  ufficializzi il rinvio delle elezioni sulla base di un aumento di contagi.

La Leader di Fratelli d’Italia perentoria su una eventuale ipotesi di rinvio delle elezioni per l’emergenza Covid, che è pronta a radunare il suo popolo per protestare contro un eventuale decisione anti democratica del governo.

«Non lo accetteremmo mai – prosegue Giorgia Meloni – – perché non si può usare la pandemia per scopi elettorali, come a volte già è stato fatto. Noi ci presentiamo alle Regionali per dare un governo migliore nei territori ai cittadini, ma è indubbio che si tratta di un test rilevante anche a livello nazionale. E dunque, se le risposte che arriveranno dagli elettori saranno quelle che immaginiamo, non si potrà aspettare più: siamo pronti a scendere in piazza e a mobilitare milioni di italiani per chiedere libertà e democrazia».

Sul patto anti-inciucio, la Meloni si dice certa che Berlusconi e Salvini non saranno fiancheggiatori di questo governo. «Il Patto anti inciucio siglato con la Lega e Forza Italia non serve a noi. Serve per essere chiari con gli italiani. A loro diciamo che abbiamo un progetto, una visione di politica economica, dell’Europa, di quello che si deve fare per uscire dall’emergenza, di come far ripartire l’Italia. E di come debbano essere le istituzioni». Il messaggio del Presidente di FdI è forte e chiaro: «Non c’è altro governo che non sia di centrodestra». Gli altri sono governi che hanno come unico collante le poltrone. Come quello attuale formato da Pd e M5s, «visto che nei programmi e nella linea continuano ad avere poco in comune».

Sull’atteggiamento di FdI verso il governo, alla vigilia del piano per il Recovery Fund e alla gestione di oltre 100 miliardi, precisa la Meloni: «Oggi lo dice anche Mario Draghi, al cui partito io sono tra i pochi non iscritti. Non si può fare debito pubblico per spese improduttive. Non si possono buttare, aggiungo io, i soldi in reddito di cittadinanza, bonus monopattini, assunzioni per velocizzare le pratiche di regolarizzazione degli immigrati. Il governo rischia di presentare un piano risibile. Sempre che i soldi arrivino davvero…».

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