2009009 - ROMA - HTH - FARMACI: RAPPORTO OSMED, STABILE SPESA SSN, AUMENTA CONSUMO Un farmacista mostra i medicinali contenuti in una cassettiera, in una foto di archivio. La spesa farmaceutica e' stabile rispetto a quella dello scorso anno, ma nel nostro paese aumenta il consumo di farmaci, al punto che acquistarne ed assumerne uno sembra essere diventato un atto quasi rituale. E' quanto emerge dal rapporto Osmed 2008, realizzato dall'Istituto superiore di Sanita' e dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e presentato questa mattina nella sede dell'Iss. VIRGINIA FARNETI/ARCHIVIO ANSA/ DBA

Sanità, debiti con i fornitori per 22,9 miliardi

La sanità italiana ha accumulato un debito con i propri fornitori di 22,9 miliardi di euro. Lo rileva la Cgia di Mestre analizzando la ‘Relazione sulla gestione delle Regioni’ della Corte dei Conti, relativa al 2015, ultima rilevazione disponibile. Sebbene negli ultimi anni lo stock sia in calo, l’ammontare del debito commerciale del nostro SSN non è ancora stato ricondotto entro limiti fisiologici.

Soprattutto nel Mezzogiorno, le Asl sono in affanno con i pagamenti, mettendo così in seria difficoltà moltissime Pmi.

Sebbene negli ultimi anni lo stock sia in calo,  dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi
della CGIA Paolo Zabeo,   l’ammontare complessivo del debito commerciale del nostro
servizio sanitario non è ancora stato ricondotto entro limiti fisiologici. Purtroppo,
soprattutto nel Mezzogiorno, le nostre Asl continuano ad essere in affanno con i
pagamenti, mettendo così in seria difficoltà moltissime Pmi.

Se è noto che le Asl pagano da sempre con molto ritardo,  dice Zabeo,   è
altrettanto vero che in molti casi le forniture continuano ad essere acquistate con forti
differenze di prezzo tra le varie regioni. Se, come ha avuto modo di denunciare la
Fondazione Gimbe2, nella sanità italiana si annidano circa 22,5 miliardi di euro di
sprechi, è verosimile ritenere che una parte dei ritardi nei pagamenti sia in qualche
modo riconducibile alle distorsioni sopra descritte. In altre parole, non è da escludere il dato riferito al 2015 che è l’ultima rilevazione disponibile tratta dalla ‘Relazione sulla gestione delle Regioni.

La sanità regionale più indebitata è quella del Lazio, con3,8 miliardi di euro: a seguire la Campania con 3 miliardi di euro, la Lombardia con 2,3 miliardi, la Sicilia e il Piemonte entrambe con 1,8 miliardi di euro ancora da onorare. Se, invece, rapportiamo il debito alla popolazione residente, il primato spetta al Molise, con 1.735 euro pro capite. Seguono il Lazio con 644 euro per abitante, la Calabria con
562 euro pro capite e la Campania con 518 euro per ogni residente.

Va comunque segnalato che dal 2011 il debito complessivo è in costante calo ed è
sceso di 15 miliardi di euro (-39,7 per cento). A livello regionale le contrazioni più
importanti si sono verificate nelle Marche (-69,5 per cento), in Campania (-55,4 per
cento) e in Veneto (-51 per cento). Solo nel Molise e in Umbria la situazione è
peggiorata: nel primo caso la crescita è stata del 39,7 per cento, mentre nel secondo
caso del 57,7 per cento (vedi Tab. 2).

L’anno scorso la peggiore pagatrice è stata l’Azienda sanitaria regionale del Molise che
ha pagato i propri fornitori con un ritardo medio ponderato di 390 giorni. L’Asp di
Catanzaro, invece, ha saldato i propri debiti dopo 182 giorni, mentre l’Asl Napoli 1
Centro ha rinviato il saldo fattura rispetto gli accordi contrattuali di 127 giorni.

Per quanto concerne i tempi medi di pagamento praticati nel 2016 e riferiti alle sole
forniture di dispositivi medici (fonte Assobiomedica), in Molise il saldo della fattura è
avvenuto mediamente dopo 621 giorni, in Calabria dopo 443 giorni e in Campania dopo
259 giorni. Se teniamo conto che la legge in vigore stabilisce che i pagamenti delle
strutture sanitarie debbano avvenire entro 60 giorni dall’emissione della fattura,
nessun valore medio regionale rispetta questo termine.

Anche per queste ragioni,  conclude il segretario della CGIA Renato Mason,  dal
giugno del 2014 la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione contro
l’Italia, ritenendoci responsabili di aver violato la Direttiva europea sui ritardi di
pagamento entrata in vigore nel marzo del 2013. Ad oggi, la procedura è ancora in
corso.

Nonostante il quadro generale rimanga ancora sconfortante, i dati segnalano che negli
ultimi anni il quadro generale è migliorato anche a seguito dell’introduzione della
fattura elettronica. La legge, infatti, ha stabilito che dal marzo 2015 tutta la Pubblica
Amministrazione (PA) ha l’obbligo di accettare le fatture emesse o trasmesse dai propri
fornitori solo in forma digitale, altrimenti le PA non possono procedere al pagamento,
neppure parziale.

Tuttavia, i mancati pagamenti della sanità italiana costituiscono solo una parte di
questo annoso problema. Più in generale, infatti, tutta la nostra Pa, secondo le ultime
stime della Banca d’Italia, ha un debito nei confronti delle imprese fornitrici di 64
miliardi di euro; e sulla base dei dati presentati da Intrum Justitia, i tempi di pagamento
delle nostre amministrazioni pubbliche continuano ad essere significativamente più
elevati della media degli altri Paesi europei.
.

 

 

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