Renzi è forse un venditore di pentole?

Inizio questo mio articolo su una vicenda che considero importantissima e che riguarda la burocrazia ministeriale. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi partirà con una proposta per la rotazione degli incarichi di direttori generali e quadri che non potranno restare per più di due mandati nello stesso gabinetto. Questo vuol dire far ruotare il 90% di tutti i direttori generali dei ministeri, che sarebbero in questo caso investiti da un vento di innovazione che sradicherà relazioni create e consolidate nel tempo. Attenti, perché parliamo di coloro che controllano e gestiscono la produzione delle leggi. Ovvero, discutiamo dell’alta dirigenza di Stato di formazione giuridica che gestisce di fatto un groviglio di leggi, articoli e commi, che solo una Casta iperselezionata può provare a gestire. Provengono per lo più dal Consiglio di Stato o dalla Corte dei Conti, e sezionano, tagliano e censurano. Pensate solo che provenienti dal governo Letta o del governo Monti sono inattivi più di 800 decreti legislativi ancora da emanare e bloccati da incertezza giuridica. In questo si annida la rendita di posizione dei Capi di Gabinetto e degli Uffici legislativi, ovvero dei veri depositari del potere in ultima istanza. In pratica parliamo di una Super Casta. Altri punti importanti toccati da Renzi risiedono nello sblocco totale dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, oltre alla riduzione del 10% del cuneo fiscale, ovvero nella riduzione del costo del lavoro. Il problema sarà nel trovare le risorse. Nel trovare i soldi per mantenere le promesse. Si spera che Renzi non sia il politico che promette di certo e manca di sicuro. Pensando ad i 100 punti promessi da sindaco di Firenze nel 2009 bisogna dire che oggi, nel 2014, pochi di questi sono stati realizzati. Un punto a favore suo è che in questo caso si parla dell’ultimo governo della legislatura ed è chiaro che nessuno vorrà andare a casa. Quindi, tutti faranno in modo che questo governo duri più al lungo possibile. L’affermazione dello sblocco totale dei debiti della pubblica amministrazione non dovrebbe costare un euro per il bilancio dello Stato, ed è stata già utilizzata in Germania ed in Francia. Quando poi parliamo di riduzione dell’Irap del 10%, si discute di un costo di 2,3 miliardi provenienti dalla spending rewiew, ovvero il prendere risorse mai utilizzate per questo. Per la mano in tasca, cosa molto criticata, si può pensare che Renzi si ispiri a Blair od a Scognamiglio, che lo fece nel 1994 quando fu eletto presidente del Senato. Comunque Renzi è un vero ed autentico decisionista e questo ci fa ben sperare. Riguardo alla tassazione dei Bot questi resteranno come oggi tassati del 12,50%, e solo per coloro che fanno grandi investimenti o trading finanziario ci sarà qualche cambiamento. La tassazione resterà al 20%, di fatto la minore in Europa, ma si pensa di applicare la tassazione progressiva per chi ha un capital game molto alto e stacca abitualmente cedole importanti. In tal senso sembra giusto che possano contribuire in modo diverso rispetto ad i piccoli risparmiatori per il reddito complessivo del Paese. Per il resto restiamo alla finestra a guardare…
Roberto Cristiano

Circa redazione

Riprova

La rivoluzione energetica al femminile: le donne guidano gli investimenti nelle energie rinnovabili

La Lombardia, l’Emilia-Romagna, il Piemonte e il Veneto sono le regioni italiane che guidano la …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com