Donald Trump ed il suo ‘No ai musulmani in America’

Quasi due terzi degli elettori che voteranno alle primarie repubblicane appoggia la proposta di Donald Trump di vietare l’ingresso in America ai musulmani. È  quanto emerge da un sondaggio di Bloomberg. A sostenere uno stop temporaneo dell’ingresso dei musulmani in Usa, secondo Bloomberg, è il 37% di tutti gli elettori americani. Mentre oltre un terzo di quelli repubblicani sostengono che l’uscita di Trump sull’Islam li ha probabilmente convinti a votare per lui alle primarie. Le polemiche per le dichiarazioni di Trump sui musulmani si sono estese anche alla Gran Bretagna. Ha superato quota 200.000 firme  la petizione promossa per chiedere che a Trump sia vietato l’ingresso nel Regno, come riporta la Bbc. L’iniziativa è sostenuta da comunità islamiche e vari esponenti politici.  Silenzio tuttavia per ora dal ministro dell’Interno, Theresa May, che per l’incarico che ricopre, ha il potere d’imporre un simile bando a chi sia sospettato di diffondere messaggi d’odio in contrasto con la legge britannica sulla lotta all’estremismo. E nel recente passato ha disposto provvedimenti di questa natura nei confronti di centinaia di individui, fra cui predicatori islamico-radicali, figure legate al Ku Klux Klan americano e un paio di blogger islamofobi. Pur avendo criticato per bocca di un portavoce del premier David Cameron le uscite di Trump, il governo conservatore di Londra glissa del resto sull’idea di una decisione così  draconiana contro un candidato di punta alla presidenza degli Usa, alleato vitale del Regno Unito. E da Downing Street si liquida al momento la questione come puramente ipotetica. Il parlamento, a sua volta, è  tenuto solo a dibattere se porre all’ordine del giorno il tema di una petizione, laddove questa superi le 100.000 firme, e, nel caso, si limita infine a esprimere un parere. La polemica britannica contro Trump è in effetti condivisa da esponenti politici di ogni schieramento, ma fra i dirigenti di partito si sono espressi esplicitamente in favore del divieto d’ingresso nel Regno per il magnate americano solo un rappresentante laburista e uno dei Verdi. Donald Trump, sia chiaro, continua a difendere le sue idee. In un’intervista a Barbara Walters, su Abc News, il magnate dice di non avere rimorsi . ‘Dobbiamo fare la cosa giusta’ insiste sostenendo di avere grande rispetto e amore, e importanti rapporti con i musulmani che, sottolinea, sono d’accordo con ciò che ha detto. Il divieto, ribadisce poi, è solo temporaneo, fino a quando i leader capiranno cosa sta succedendo. Il candidato alle primarie repubblicane per le presidenziali del prossimo anno aggiunge: ‘Sapete che quando mi sono espresso contro l’immigrazione clandestina, tutti dissero la stessa cosa, ma due settimane dopo erano tutti dalla mia parte, compresi i membri del mio partito. E’ un divieto a breve termine e ho importanti relazioni all’interno della comunità musulmana e anche loro sono d’accordo con me, al 100%’. Le dichiarazioni di Trump hanno suscitato molte critiche, anche da parte del suo stesso partito. Per questo non esclude di presentarsi come indipendente: ‘Se non riceverò un trattamento giusto, certamente valuterò una candidatura indipendente. Un nuovo sondaggio dice che il 68% dei miei sostenitori mi voterebbe se lasciassi il Gop e mi presentassi come indipendente’. Particolarmente significativo e circostanziato lo smarcamento del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che respinge le recenti affermazioni di Donald Trump sui musulmani perché lo Stato di Israele rispetta tutte le religioni. Netanyahu incontrerà Trump, alla sua prima volta in Israele, il 28 dicembre a Gerusalemme. L’ufficio del premier ha precisato che l’appuntamento era stato fissato due settimane fa, che l’incontro con Trump non va interpretato come un endorsement e che Netanyahu accoglierà tutti i candidati delle presidenziali americane che si recheranno in Israele. Le  affermazioni sui musulmani danneggiano il piano di reinsediamento negli Stati Uniti dei profughi siriani, e di altri Paesi, che sono in fuga da guerre e persecuzioni, affema l’agenzia per i rifugiati dell’Onu (Unhcr). A difendere Trump scende in campo Rupet Murdoch che in un tweet sostiene che uno stop temporaneo ai profughi in modo da risolvere il problema ha senso: ‘Trump ha esagerato? Indipendentemente da questo, il pubblico è ossessionato dai pericoli dei musulmani radicali. Una sospensione totale dell’ingresso dei rifugiati per risolvere la questione dei controlli ha senso’. Nonostante le sue gaffes Trump vola nei sondaggi. Secondo Ipsos guida i candidati repubblicani per Usa 2016 con il 35% delle preferenze. Mentre in base a una proiezione di Cnn e Wmur in New Hampshire, secondo stato in cui si faranno le primarie, il re del mattone è in testa con il 32%.

Cocis

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