Stefano Arcella presenta al ‘Cervo Bianco’ di Napoli il suo libro ‘Misteri Antichi e Pensiero Vivente’

Stefano Arcella parlerà al ‘Cervo Bianco’ di Napoli del suo libro ‘Misteri Antichi e Pensiero Vivente’, con il relatore Daniele Laganà. Per gli Antichi il sapere astratto, cerebrale, non aveva molto senso. Il Sapere era davvero tale solo se investiva la totalità della vita e della natura dell’uomo, trasformandolo in modo completo. Il fine dei Misteri era che l’uomo, per effetto della ‘Conoscenza’, divenisse completamente diverso da ciò che era prima, quando ne era privo. Questa istanza di nobilitazione e di elevazione era il filo d’oro che univa le varie spiritualità misteriche del mondo antico, al di là delle varie forme rituali e delle varie vie praticate per conseguire l’unione col divino. Queste andavano dai Misteri di Eleusi a quelli di Apollo, dalla corrente orfica a quella dionisiaca, dai Misteri di Samotracia a quelli di Cibele e Attis, fino ai Misteri di Iside e Osiride, per giungere poi ai Misteri ‘pagani’ nel Rinascimento.  Adoperando il metodo ‘tradizionale’, che privilegia l’attenzione per il mito e il simbolo, e integrandolo con l’approccio alle fonti secondo il metodo scientifico, Stefano Arcella legge i miti fondanti delle varie correnti misteriche sotto l’aspetto dell’interiorità dell’uomo. Viene affrontata nel libro il tema della possibile attualizzazione del retaggio misterico in forme adatte alla mutata costituzione interiore e mentale dell’uomo occidentale contemporaneo, richiamandosi alla lezione di Rudolf Steiner e alla Via del Pensiero Vivente. Il pensiero vagante, disordinato, difficile da afferrare, che salta da una cosa all’altra, sotto l’influsso dei sensi, delle circostanze, dei moti della psiche, è in uno stato di passività, ed è, quindi, nella morte interiore. Il pensiero Vivente è vivificato dalla presenza del principio cosciente, quella presenza meditativa limpida e calma che illumina la vita quotidiana. E’ il frutto di una disciplina interiore che è preliminarmente ‘Concentrazione’, arte del dominio della mente e della calma che si riscopre come stato naturale. Allora il pensiero ritorna alla sua fonte originaria, alla Forza-pensiero intuitiva. Questo pensiero è il canale attraverso cui si riafferma la sovranità dell’Io, ossia del principio cosciente rispetto all’ordinario prevalere degli impulsi disordinati della psiche. E allora anche i sentimenti assumono un’altra chiarezza e divengono più profondi. Stefano Arcella è uno studioso dei culti gentilizi in Roma arcaica e delle spiritualità misteriche nel mondo greco-romano, ed ha esteso i suoi interessi al pensiero esoterico ‘tradizionale’ del Novecento in Italia e in Europa, pubblicando molteplici studi in materia. Per i tipi di ‘Controcorrente’ ha già dato alle stampe: ‘I Misteri del Sole, Il culto di Mithra nell’Italia antica, L’insegnamento del Buddha, Il Maestro della Tradizione. Dialoghi su Julius Evola, Un culto della Fecondità nei Quartieri Spagnoli di Napoli e Cinque saggi di antropologia urbana’. Ha, poi, curato e introdotto il testo di Julius Evola ‘La Via della realizzazione di sé secondo i Misteri di Mithra’, pubblicato con la Fondazione Julius Evola. Fra le altre sue opere ricordiamo: ‘Religiosità e presenza politica degli Orazi fra il VI e il IV secolo a.C’, in ‘Ricerche sull’organizzazione gentilizia romana’, II; ‘I Fabi e la tradizione annalistica in Ricerche III’, ‘La gestione dei beni culturali’, ‘L’enigma della Grande Orma e Il mistero di Rumon’ in Autori vari, ‘Esoterismo e fascismo’; Pio Filippani Ronconi fra Zarathustra e Mithra, in Autori vari, ‘L’orientalista guerriero’, ‘Omaggio a Pio Filippani Ronconi’. Per la Fondazione Julius Evola ha curato ‘Lettere di Julius Evola a Benedetto Croce’, ‘Lettere di Julius Evola a Giovanni Gentile’.

Cocis

 

 

 

12734134_10205517625924769_2163704945928594282_n                                                       Stefano Daniele 2                               

 

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