Monti e Bersani tra Imu ed Irpef

Diciamo il vero, o meglio diamo la nostra interpretazione della verità,  perché la verità univoca ed assolutista verosimilmente non esiste e possono anche  coesistere  varie interpretazioni del vero. Mario Monti, per restare in tema, ha perso credibilità con le sue oscillazioni  in termini di Imu e di tasse da lui promosse e che, a suo dire,  un attimo dopo le elezioni saranno bannate. Monti, arrivato con  un  carisma che lo poneva al di sopra delle parti,   che  ha svenduto il suo aplomb in una logica perversa di campagna elettorale. Vero è che l’imposta sulla casa è argomento di scontro stabile tra i partiti anche con sfondi demagogici e populistici. E’ argomento principe per impressionare gli italiani e spingerli a voti di preferenza. Vogliamo chiarire che l’Imu fu una tassa chiesta dall’Europa, che fu promessa da Berlusconi e che Monti dovette firmare per evitare il default,  e che Berlusconi, a torto, vorrebbe togliere. Migliorie e riduzioni possono essere apportate con  modifiche. Si può ipotizzare che siano i più abbienti a pagarla maggiorata per coprire il bilancio. Potrebbe essere necessario aggiornare i valori catastali ponendoli in linea con il mercato,  ma appaia  chiaro che l’Imu è in linea di continuità, e non di confine,  con la povertà degli italiani. Sia chiaro per inteso che l’Imu non potrà essere abolita per non generare un buco di 4 miliardi con la soppressione dell’imposta, ma potrà essere, ad esempio,  esentata sulla prima casa fino ad i 500 euro  completando, come dicevo prima, la riforma del catasto ed affidando ai sindaci il compito di decidere quanto far pagare, incrociando valore di casa e reddito all’interno di un piano redistributivo. Chi vuole abolire tout court l’Imu propaganda per fini elettorali false verità. La strategia operativa sarà sicuramente uno dei primi problemi che il nuovo Governo dovrà affrontare, ma al momento possono essere annunciate solo ventilate promesse. Restando su una espressa concezione sociale e politica va evidenziato quanto affermato de Pierluigi Bersani,  che afferma che va fatta una riorganizzazione delle aliquote Irpef ritenendo che ci debba essere un alleggerimento, ovvero una riduzione delle aliquote più basse ed un innalzamento di quelle più alte. Bersani, una volta eletto premier,  immagina anche un incontro con le associazioni ed il Terzo settore, ovvero con chi è in contatto con il disagio e la povertà delle famiglie, visto che l’instabilità finanziaria non è superata e che le ricaduta sociali resteranno comunque intense.

Roberto Cristiano

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