La corsa al voto anticipato

Manovre in atto per impedire al governo Gentiloni di arrivare a fine legislatura.

Mentre il Premier è in visita negli Stati Uniti e Canada, a Roma sono in atto manovre, all’interno del suo Pd, per impedirgli di arrivare con il suo governo a fine legislatura. Per quanto sia un loro compagno di partito, ci sono cause superiori che ne impongono il sacrificio. Più si avvicina il voto delle primarie, più si parla del voto in autunno, più gli incidenti nel Palazzo si susseguono: a volte intenzionali, a volte per imperizia. Tutto, però, è funzionale allo scopo. Il “caso Anac” ne è un esempio lampante, ed il Premier se lo sarebbe risparmiato volentieri. A dire il vero a gestire il varo del decreto incriminato c’era la Boschi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, di provata fede renziana. Una mano esperta, però, ha cercato di cancellare qualche competenza di Cantone, ma il polverone che ha provocato è stato tale che il governo in sede di riaggiusto dell'”errore” commesso, non solo gli ha ridato ciò che gli aveva tolto, ma gli ha dato anche ciò che non gli era stato concesso precedentemente. La mina innescata non farà certamente interrompere la legislatura, ma al momento opportuno servirà a far dichiarare la stessa inadeguata a giungere alla sua scadenza naturale.UN’imboscata al governo Gentiloni già è stata tesa due settimane or sono, con l’elezione alla Commissione Affari Costituzionali del centrista Torrisi. Falso stupore degli uomini di Renzi, perché già sapevano come sarebbe andata. Non a caso Alfano accusato di tradimento, ne denunciò pubblicamente l’accaduto, facendo intendere il fine ultimo, quello di affossare anzi tempo il governo Gentiloni. Intanto le primarie sono alle porte e si è passati all’attacco dei ministri tecnici. Già da qualche settimana qualche dirigente del Pd (Orfini) ha preso di mira Padoan e la manovrina economica che l’UE ci ha imposto, lanciandogli messaggi chiari e ricordandogli a chiare lettere chi comanda in assenza di Renzi. Quelli del “voto subito”, incuranti del fuoco amico su Gentiloni, non hanno remore verso nessun esponente del governo, o quasi. Il Ministro degli Interni, Marco Minnitti, gode di una sorta di timore riverenziale da parte di tutti gli esponenti del Pd e non solo. Tanto che al partito non lo chiamano per nome ma con una sorta di appellativo”il Santuario”. Lo stesso Renzi nei confronti del Ministro mostra sempre un atteggiamento cauto e di grande rispetto, oltre a lodarne quotidianamente le sue iniziative. Intanto nei prossimi giorni il renziano, Fiano, presenterà alla Camera, una proposta di legge elettorale capace, in un colpo solo, di provocare una levata di scudi dei centristi, degli scissionisti e forzisti. Più che una proposta, appare una provocazione finalizzata a dimostrare che non è possibile un’intesa in sede parlamentare. Ma gli altri pur di prendere tempo, si sono dichiarati disponibili alla trattativa. Ma il gioco dei “voto subito” ormai lo conosce tutta l’Italia.

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