Governo: su trivelle e Tav nuove tensioni tra Lega e M5s

Nuove frizioni all’interno della maggioranza giallo-verde. Intervenendo a “Porta a Porta” il vicepremier Matteo Salvini prende una posizione decisa sul tema delle trivelle e sul progetto della Tav. “Trivellare vicino alla costa no, ma dire di no a ricerche in mezzo al mare per partito preso rimettendo in discussione contratti già fatti non mi sembra molto intelligente. Noi l’energia la paghiamo molto più cara rispetto agli altri. Ok alla tutela dell’ambiente, ma non possiamo far finta che il mondo si sia fermato”, ha spiegato il leader leghista. Il Movimento 5 stelle ha presentato un emendamento al dl Semplificazione allo scopo di bloccare le autorizzazioni nel mar Jonio.

Vannia Gava, sottosegretario del Carroccio all’Ambiente dice: “Non posso approvare una impostazione tutta volta a dire ‘No’ come quella che sta alla base dell’emendamento dei 5 stelle sul tema delle trivelle. È sbagliato bloccare le autorizzazioni: non possiamo consentire che la paura blocchi lo sviluppo”. Non tarda ad arrivare la reazione grillina: “Sono certo che Salvini riporterà i suoi sottosegretari sulla giusta strada sulle trivelle, solo qualche mese fa la Lega era super determinata e in fin dei conti e fermarle significa più lavoro e meno inquinamento”, ha scritto in un tweet il sottosegretario M5s agli Esteri, Manlio Di Stefano. Un post accompagnato dalla fotografia di Salvini che indossa la maglietta con lo slogan “Stop trivelle”.

Tensioni si registrano anche sul progetto della Torino-Lione, su cui si profila il no alla Tav da parte dei tecnici che hanno redatto l’analisi costi benefici. Salvini dice: “O è un ‘no’ ben motivato o chiediamo un parere agli italiani”. Avanza infatti l’ipotesi di un referendum consultivo sul progetto infrastrutturale: il presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino, sostiene che “lo scontro Lega-M5s danneggia il Paese”. Il governatore dem ha fatto sapere che ora “il governo non ha più alibi: in dati tecnici ci sono, li completi e decida. Se dirà no alla Tav, chiederò al Consiglio regionale di indire con apposita legge un referendum consultivo al quale, se lo riterranno, potranno unirsi i colleghi di Veneto, Lombardia, Valle d’Aosta, e Liguria, in modo da avere una grande giornata in cui tutto il Nord Italia si pronunci su un eventuale decisione di bloccare la Tav”.

Una posizione quella di Chiamparino condivisa anche dai governatori di Lombardia Attilio Fontana e del Veneto, Luca Zaia: per il primo “la Tav è un’opera che serve e che va fatta. Se per raggiungere questo obiettivo è necessario un referendum faremo anche questo”. Mentre Zaia si dice favorevole alla consultazione popolare: “Giusto che i cittadini dicano la loro”. “Se fare il referendum significa andare al ‘vedo’ – aggiunge Zaia – bene, si faccia. Una consultazione sarebbe una fatica in più, visto che dalle nostre parti c’è un’attenzione favorevole unica sulle grandi opere. Tuttavia, se servisse, avanti tutta!”. Una posizione non condivisa dal ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, che dice: “il referendum è uno strumento straordinario ma nessuno sa se questo progetto fa bene all’Italia”. Poi riferendosi al sostegno all’iniziativa da perte di Salvini ha ribadito: “Se lo chiederanno saranno i cittadini, non il governo o un ministro”.

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