Dl Sicurezza, De Falco: Voterò con opposizione. Mi cacciano? Anche Di Maio è a termine

E’ scontro aperto nel M5S sul decreto sicurezza tra un gruppo di ‘dissidenti’ capeggiati dal senatore Gregorio De Falco e il capo politico Luigi Di Maio. Sono valte parole dure che ricordano quel ‘mi cacci’ di Gianfranco Fini all’indirizzo di Silvio Berlusconi. “Ci buttano fuori? Quando Luigi Di Maio dice o con me o fuori afferma un’idea padronale di un Movimento in cui oggi sembra venire meno la dialettica e la capacità di ascolto e risposta”, è la bordata del senatore De Falco all’indirizzo del suo leader. Che butta più benzina sul fuoco. “Si dovrebbe inoltre tenere presente che nel M5s non c’è spazio per professionismi della politica. Qualcuno si dovrebbe ricordare che il secondo mandato è il raggiungimento del limite”.

Di Maio, da capo politico, cerca, invece, di buttare acqua sul fuoco delle polemiche. “La dialettica fa parte della normale natura del Movimento” ma “il contratto di governo è stato approvato dal 94 per cento degli iscritti. Il 6 per cento contrario si riflette ovviamente anche nel nostro gruppo parlamentare”.

“Non si può accettare che vengano presentati ottanta emendamenti nella speranza che alla fine ne vengano approvati un paio. Questo può farlo chi sta all’opposizione, non la maggioranza”, precisa il vice premier lanciando un segnale preciso ai ‘dissidenti’. Probabilmente non succederà nulla, qualche frase ad effetto nel segno della popolarità da parte di alcuni parlamentari 5Stelle e poi passerà la dottrina di partito. Ma questa sarebbe l’ennesima pezza ad un nervosismo latente, che taluni fanno passare per dialettica interna, che investe il Movimento contro la politica di governo di Luigi Di Maio. Il vicepremier sta perdendo mordente sui suoi gruppi di Camera e Senato che si sentono traditi, smarriti nella veste di forza di maggioranza. Non sanno cosa fare e come comportarsi perché non hanno cultura di governo. Gridare contro tutti e tutto quello sì, lo sapevano fare. Ora invece si trovano dall’altra parte della barricata e dimostrano tutti i propri limiti.

“Se accettassimo questo modo di procedere, faremmo passare per sciocchi tutti quelli che non si comportano in questo modo. Sto cercando perciò di tutelare gli altri parlamentari”. Al tempo stesso, Di Maio dice non meravigliarsi perché “nel Movimento certe cose possono accadere e sono accadute in passato. L’importante è rispettare il programma e il contratto di governo di fronte agli italiani”.

De Falco, come annunciato, probabilmente voterà alcuni emendamenti presentati dalle opposizioni, avrà il suo momento di gloria mediatica ma la patata bollente resta nelle mani di Di Maio. Il leader, momentaneo come ricorda il senatore perché ‘siamo tutti a termine’,dovrà cercare di tenere una barca sulla giusta rotta in un mare di onde avverse. E questa volta le scialuppe di salvataggio rischiano di non essere calate in mare: i suoi marinai potrebbero rispondere con l’ammutinamento sperando nel nuovo capitano che arriverà per Natale.

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