Con Hamon i socialisti francesi ritrovano il loro linguaggio

Benoit Hamon in Francia vince le primarie del partito socialista battendo Valls.   Hamon, allievo di Lionel Jospin, da sempre aspramente critico nei confronti della fallimentare interpretazione della politica socialista fornita da Hollande e Valls. Hamon parla di reddito universale, di politiche energetiche nel segno dei principi ecologici, di interventi sociali a sostegno dei più deboli.  Il 49enne Hamon  si propone come candidato socialista che sfiderà centristi e la Le Pen. Parte battuto anche per le inevitabili divisioni a sinistra in Francia, dove i socialisti ci sono ancora ma si ritrovano  nell’angolo della politica. Un socialismo che cerca di recuperare come può la bandiera della giustizia sociale in un mondo che ha cambiato le carte in tavola, annullando in primo luogo le classi sociali. Hamon ci prova con il reddito minimo universale, con l’orario di lavoro che dovrebbe scendere verso le 32 ore,  e con una super tassa sui robot.   Il salario minimo universale intende ovviare alla frantumazione sociale.  Diverso è il tema delle 32 ore. La riduzione dell’orario di lavoro prima o poi sarà un nodo da affrontare in Francia,  in Germania ed in Italia. Il prepotente cambiamento tecnologico lo imporrà, e  occorrerà vedere in che modo lo si potrà applicare. E’ chiaro che la trasformazione tecnologica può assorbire costi in più visto che può pagare quel prezzo con ulteriori licenziamenti, concentrando le risorse umane sui livelli più specializzati.

 

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