A Venezia addio a Valeria Solesin, il padre: “Esempio per chi non si arrende”

VENEZIA. L’inno di Mameli e quello francese hanno aperto oggi i funerali a piazza San Marco, gremita per l’addio a Valeria Solesin, la ragazza uccisa il 13 novembre nell’attacco al Bataclan di Parigi. Il feretro, trasportato da una gondola lungo il Canal Grande, è stato scortato da un corteo di altre imbarcazioni. La bara, ricoperta di fiori bianchi, è stata poi portata a spalla dai gondolieri e deposta davanti alla basilica. Molti i presenti alla cerimonia, anche il capo dello stato, Sergio Mattarella, e il ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Grande solidarietà è arrivata da Mohamed Amin Al Ahdab, il presidente della comunità islamica di Venezia. “Valeria è come se fosse una nostra figlia”, ha detto aggiungendo che la loro presenza oggi vuole sottolineare che la ragazza “non è stata uccisa in nome del nostro Dio né in nome della nostra religione, né in nostro nome”. “Siamo presenti in piazza in questo funerale – ha continuato – per stare vicini, per solidarietà, per condividere con la città amori e dolori. Questo è un fatto che ci addolora veramente tantissimo”.

Il gondolone da parada listato a lutto e vogato dai gondolieri, trasporta lungo il Canal Grande la salma di Valeria Solesin, la giovane veneziana uccisa nell'attentato al Bataclan di Parigi, verso piazza San Marco, per la cerimonia funebre  a Venezia 24 novembre 2015. ANSA/ANDREA MEROLA

“In questi giorni ho letto che siamo stati un esempio. Se questo è stato vero anche solo in minima parte, voglio dedicarlo a tutti i Valeria e Andrea che non si arrendono”, ha detto il padre di Valeria, Alberto, intervenuto alla cerimonia funebre della figlia. “Ripensando a Valeria non voglio isolarla dal suo contesto parigino, dall’università e dai bistrot dove tanti ragazzi immaginano un futuro migliore – ha detto – In questi giorni acerbi abbiamo avuto uno straordinario senso di vicinanza, un pensiero che ora vogliamo rivolgere alle altre famiglie delle vittime”, ha voluto sottolineare.

Il padre di Valeria ha ringraziato poi “i rappresentanti delle religioni cristiana, ebraica, musulmana in presenza congiunta in questa piazza simbolo del cammino comune degli uomini nel momento in cui il fanatismo vorrebbe nobilitare il massacro con il richiamo ai valori di una religione”.

“Il nostro pensiero va all’unità di crisi della Farnesina per l’aiuto e l’umanità”, ha continuato Alberto Solesin, ringraziando “i cittadini che hanno manifestato affetto , portando un fiore, e gli amici che ci hanno aiutato a superare i momenti più duri”. “Un pensiero va a nostro figlio Dario che, oltre a una sorella, ha perso un riferimento, e al suo compagno Andrea, che è uno di quelli che non si arrendono”. Dopo il padre di Valeria tanti sono stati gli amici, di infanzia e di oggi, che hanno ricordato commossi la giovane veneziana uccisa dai terroristi. Presenti tra gli altri il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. In piazza, sui pennoni, bandiere a mezz’asta e tante corone di fiori attorno al feretro.

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