Tempi duri per i furbetti del cartellino: ‘Arrivano i licenziamenti lampo’

I dipendenti pubblici che timbrano e poi si assentano dal posto di lavoro saranno sospesi entro 48 ore ed entro 30 giorni licenziati, al termine del procedimento disciplinare. E’ quanto prevede il decreto legislativo, attuativo della riforma Madia, approvato oggi in esame preliminare dal Cdm con i correttivi, dopo che era stato dichiarato illegittimo dalla Consulta a novembre insieme ad altri quattro decreti. Il provvedimento, che era all’ordine del giorno del Cdm, contiene Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 20 giugno 2016, n.116, apporta infatti modifiche all’articolo 55-quater del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di licenziamento disciplinare. Sul decreto dovranno essere acquisiti l’intesa della Conferenza Unificata e i pareri delle competenti Commissioni parlamentari.

Chi viene colto in flagrante con telecamere o altri strumenti che registrano l’accesso in ufficio, inoltre, oltre a venire sospeso immediatamente in via cautelare rimarrà senza stipendio, fatto salvo il diritto all’assegno alimentare, senza obbligo di preventiva audizione dell’interessato. La sospensione è disposta dal responsabile della struttura in cui il dipendente lavora, entro 48 ore dal momento in cui viene a conoscenza del fatto.

 La violazione di tale termine comunque non determina la decadenza dall’azione disciplinare né l’inefficacia della sospensione cautelare, fatta salva l’eventuale responsabilità del dipendente cui essa sia imputabile,  si legge nel decreto.

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