Rehn: Conti italiani non buoni Letta: Non sforeremo tetto del 3%

Nuovo monito della Ue all’Italia dopo il cartellino giallo della Bce. “Gli ultimi dati economici sull’Italia non sono buoni, per assicurare il ritorno della ripresa è essenziale la stabilità politica”. L’avvertimento porta la firma del commissario Ue agli affari economici Olli Rehn. Il commissario Ue ha spiegato che “l’Italia ha avuto alcune turbolenze politiche recentemente ma – ha tenuto a precisare – il Governo ha preso chiari impegni che sta mandando avanti”. “Ora è importante che però il paese eviti l’instabilità politica e si concentri sulle riforme economiche perché questo è quello che le serve”. Rehn ha inoltre ricordato gli ultimi dati sul Pil che “non sono buoni per assicurare il ritorno alla ripresa”. Per raggiungere questo obiettivo, ha ribadito, “serve mantenere la stabilità politica. E’ un fattore essenziale”. Anche il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Djsselbloem, ritiene che “per l’Italia la cosa più importante è la stabilità politica”.

Letta: Serve stabilità politica per sconfiggere debito pubblico. Una risposta all’ammonimento del commissario Ue agli affari economici Olli Rehn arriva dal presidente del consiglio, Enrico Letta, nel suo intervento al Tetro Regio di Torino in occasione della 47sima Settimana Sociale dei Cattolici italiani. “Il debito è il primo problema di questo paese. Ma per pagare i debiti bisogna essere credibili, perché nessuno ci compra il debito se non lo siamo. Ma se non ci comprano il debito, non ce la facciamo”. “Il debito – ha spiegato il presidente del consiglio ai vescovi italiani – è un concetto forte dell’uomo, lo stesso Padre Nostro ci parla di debito. Per chi come me pensa al Paese, il debito è il titolo. Il debito – ha continuato – è mangiarsi il futuro. E’ voler risolvere i problemi di oggi con le risorse dei nostri figli. E l’Italia oggi fatica perché in passato ha scelto questa strada. Le difficoltà di questi giorni riguardano proprio questo: pagare il nostro debito”. “Il debito – ribadisce il presidente del consiglio – è un incubo per chi governa il Paese in questo momento. Il debito è mangiarsi il futuro, vuol dire risolvere i problemi di oggi con le risorse dei nostri figli”. “Non è vero che non facciamo niente, facciamo una fatica enorme a tenere in piedi questo governo”, ha detto il presidente del Consiglio. “Il Paese è credibile se mantiene i suoi impegni, con serietà, per questo dobbiamo impegnarci per continuare ad essere credibili, non dare l’idea che ogni giorno si è sull’orlo di un vulcano in ebollizione”, ha spiegato il premier. “Ci sono tutte le condizioni perché non si sfori il 3%”, dunque l’impegno è che “terremo i conti sotto il 3%”, rassicura il presidente del Consiglio Enrico Letta al termine di una vista al cantiere di Expo 2015.

Bce. Obiettivo bilancio a rischio. La Banca centrale europea parla di una crescita dell’area euro ma mette in guardia l’Italia sul rischio di non raggiungere l’obiettivo di bilancio di un disavanzo al 2,9% del Pil nel 2013. A mettere a rischio la tenuta dei conti pubblici sono soprattutto Imu e Iva. Ad agosto, sottolinea la Bce nel bollettino mensile, “il governo ha annunciato, per l’anno in corso, l’abolizione della prima rata dell’imposta sulle abitazioni principali di proprietà. Il mancato gettito (pari a 2,4 miliardi di euro circa, ossia lo 0,1 per cento del Pil) sarà compensato mediante un contenimento della spesa e maggiori entrate”. Sempre in agosto, “il parlamento ha deciso di rinviare di tre mesi, al 1 ottobre, l’aumento di 1 punto percentuale dell’aliquota ordinaria dell’Iva. Le inferiori entrate dovute a tale rinvio saranno bilanciate da maggiori accise su alcuni prodotti e da imposte dirette temporaneamente più elevate”. La BCE ricorda anche che “è stato convertito in legge il ‘decreto del fare, che prevede una serie di misure intese ad accrescere gli investimenti in infrastrutture, semplificare le procedure burocratiche, aumentare il credito alle imprese (soprattutto alle piccole e medie imprese) e migliorare l’efficienza della giustizia civile”. Da Francoforte arriva un vero e proprio monito al governo italiano alle prese con un agenda economica fitta di scadenze e una situazione politica dominata dall’instabilità .

 

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