Primo ko per Pistorius

Come sappiamo Oscar  Pistorius  è un atleta sudafricano, campione paralimpico nel 2004 sui 200 metri piani  e nel 2008 sui 100, 200 e 400 metri piani. Soprannominato “the fastest man on no legs“, l’uomo più veloce senza gambe,  e “Blade Runner“, Pistorius è un amputato bilaterale, detentore dei record del mondo nella categoria T44. Corre grazie a particolari protesi in fibra di carbonio, denominate cheetah,  ghepardo. È il primo ed unico atleta amputato capace di vincere una medaglia in una competizione iridata per normodotati, ottenendo l’argento con la staffetta 4×400 metri.  Oscar Pistorius torna in tribunale a Pretoria per la prima udienza del processo che lo vede imputato per l’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp,  uccisa il 14 febbraio 2013. Il  processo  viene trasmesso integralmente in diretta radiofonica e parzialmente in TV dopo l’autorizzazione del Tribunale della città sudafricana. La diretta è iniziata con l’atleta paralimpico che si è dichiarato non colpevole per l’omicidio di Reeva e per tutte le altre accuse che gli vengono contestate, come la violazione delle norme sul possesso di armi da fuoco. L’udienza è entrata subito nel vivo. Dopo la dichiarazione di non colpevolezza di Pistorius, cominciano gli interrogatori degli oltre 100 testimoni. Si parte con Michelle Burger, vicina di casa di Pistorius, che ha raccontato di come la notte di quel tragico 14 febbraio, intorno alle 3, fu svegliata dalle grida di una donna, la giovane Reeva. Ha ricordato il momento: “Intorno alle 3 di notte sono stata svegliata da terrificanti grida femminili. Chiedeva aiuto. Poi ho sentito nuove grida, peggiori di quelle precedenti.Tre volte ha gridato, era terrorizzata. Ho capito che succedevano cose terribili, Le grida  sono state seguite da quattro colpi di arma da fuoco. Fra il primo sparo e il secondo c’è stata una pausa più lunga che fra il secondo e il terzo e il quarto.  Finita la deposizione, l’avvocato della difesa Barry Roux ha tentato un aggressivo controinterrogatorio, che non è però riuscito a demolire la deposizione. “Ho sentito il terrore nella voce di quella donna, che mi ha fatto raggelare il sangue”, ha insistito la Burger. Quindi questa prima testimonianza sembra, per ora, inchiodare Pistirius all’accusa di aver volontariamente, e forse premeditatamente,  assassinato la sua bella fidanzata. Che lui non ha mai negato di aver ucciso, sebbene sostenga di essere stato vittima di un tragico errore, credendo che dietro la porta chiusa del bagno in cui Reeva fu centrata da quattro colpi della sua pistola calibro 9 si celasse un ladro, introdottosi in piena notte nella sua lussuosa villa. Una versione dei fatti, quella adottata dalla difesa, che non reggerebbe se la prima deposizione di oggi uscisse confermata dal dibattimento. L’udienza è quindi stata aggiornata a domattina. Ma non prima che l’imputato potesse far leggere in aula da uno dei suoi legali una dichiarazione difensiva: “Sebbene io ammetta di aver inflitto i colpi mortali a Reeva, si è trattato di un incidente. Pensavo che Reeva fosse sempre nel letto”, accanto a lui quando si alzò, pistola alla mano preso dal panico per aver udito suoni provenire dal bagno. Nessun litigio, dunque, che possa aver determinato il ricorso all’arma, seppure in un momento di rabbia violenta. Il rapporto con Reeva,  scrive l’atleta, apparso oggi in aula triste ma calmo, rasato, con indosso un abito grigio e cravatta nera.  Una versione che, per il procuratore Gerrie Nel, che rappresenta l’accusa, “va respinta” in quanto “non plausibile”, perché Pistorius, secondo lui, avrebbe “sparato sulla vittima con l’intenzione di uccidere”. In assenza di testimoni oculari, gran parte della definizione probatoria sarà affidata ai periti balistici e scientifici e ai medici legali, oltre che alla ricostruzione del contenuto degli iPhone di Pistorius, del quale lui afferma di aver scordato il pin. Contenuti per i quali una squadra di inquirenti sudafricani si è recata negli Stati Uniti, nel tentativo di indurre Apple e l’Fbi a renderli pubblici. Il processo, seguito da centinaia di giornalisti da tutto il mondo, dovrebbe durare tre settimane. Ma per il momento l’accusa sembra aver segnato un punto e quella di Pistorius, che rischia l’ergastolo con almeno 25 anni senza sconti se venisse riconosciuto colpevole di omicidio premeditato, dall’esterno sembra una strada tutta in salita.

 

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