Perché la pandemia Covid-19 non è la peggiore che vivremo: l’allarme dell’Oms e cosa fare

Covid, allarme dell’Oms: potrebbe arrivare pandemia peggiore

Con l’arrivo dei vaccini la pandemia di Coronavirus potrebbe essere sconfitta. Ma l’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che potrebbero verificarsi epidemie peggiori.

Perché la pandemia Covid-19 non è la peggiore che vivremo: l’allarme dell’Oms e cosa fare

Poiché viviamo in una società globale sempre più complessa, queste minacce continueranno

Negli ultimi 12 mesi, vite ed economie sono state sconvolte dal Covid-19. Ma negli anni l’Oms aveva avvertito che il mondo non sarebbe stato preparato a una pandemia. Che poi ci tra travolto.

Oggi contiamo 82 milioni di contagi in tutto il mondo, 46,3 milioni di guariti, 1,79 milioni di vittime, con gli Stati Uniti in testa sia per numero di positivi che di morti.

Mentre il presidente Biden critica il piano vaccini di Trump e promette 100 milioni di dosi nei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca, in Germania si registra il record di decessi in un giorno, in America Latina sono stati superati i 500mila morti mentre in Francia per ora il Governo non intende imporre un nuovo lockdown per arginare il contagio, anche se potrebbe anticipare il coprifuoco nelle aree orientali, le più colpite.

L’anno della pandemia, questo drammatico 2020 che si chiude con un record di morti per Covid in Italia (primo Paese in Europa), con un numero di vittime che supera persino quelle del 1944, quando eravamo in guerra, ci lascia con due probabili certezze.

L’assoluta importanza del vaccino anti-Covid

Il vaccino anti-Covid potrà salvare oltre 30mila italiani se verrà superata la soglia dell’immunità di gregge e se la copertura arriverà all’80% tra le popolazioni più a rischio, ovvero immunodepressi e anziani.

Al contrario, se non si riuscisse a coprire un target adeguato entro il secondo trimestre del prossimo anno, cioè entro giugno 2021, rischieremmo di avere oltre 8 mila decessi in più. Se per assurdo nessuno in Italia dovesse sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid, situazione evidentemente – e fortunatamente – irrealistica, potremmo contare altre 62 mila morti per Coronavirus.

“Si è aperto un nuovo terreno, non da ultimo con la straordinaria collaborazione tra settore pubblico e privato in questa pandemia. E nelle ultime settimane, il lancio di vaccini sicuri ed efficaci è iniziato in numerosi Paesi, il che è un risultato scientifico incredibile. Questo è fantastico, ma l’Oms non si fermerà fino a quando i bisognosi non avranno accesso ai nuovi vaccini e saranno protetti” ha detto l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Covid-19 diventerà endemico?

Sembra che il destino del virus sia quello di diventare endemico, così come altri quattro Coronavirus umani, e che continuerà a mutare mentre si riproduce nelle cellule umane, specialmente nelle aree di ricovero più intenso, ha annunciato il prof. David Heymann, presidente del gruppo consultivo strategico, tecnico dell’Oms per i rischi infettivi ed epidemiologo alla London School of Hygiene and Tropical Medicine.

“Fortunatamente, abbiamo strumenti per salvare vite umane e questi, in combinazione con una buona salute pubblica, ci permetteranno di imparare a convivere con Covid-19″.

Secondo il capo del programma di emergenza dell’Oms, Mike Ryan, “lo scenario probabile è che il virus diventerà un altro virus endemico che rimarrà in qualche modo una minaccia, ma una minaccia di livello molto basso nel contesto di un efficace programma di vaccinazione globale”.

Resta da vedere quante persone decideranno di vaccinarsi, motivo per cui si sta anche valutando l’obbligatorietà del vaccino, anche se in Italia per il Governo Conte sembra un’ipotesi lontana. L’esistenza di un vaccino, anche ad alta efficacia, non garantisce comunque per forza l’eliminazione o l’eradicazione di una malattia infettiva.

Il capo scienziato dell’Oms, Soumya Swaminathan, ha dichiarato anche che essere vaccinati contro il virus non significa che misure di salute pubblica come l’allontanamento sociale possano essere interrotte in futuro.

Ma gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno avvertito che il mondo dovrà imparare a convivere con il Coronavirus e, anche se la pandemia di Covid è stata molto grave, non è necessariamente “quella più grande”. Potrebbe cioè non essere la peggiore che vivremo.

Perché la prossima pandemia potrebbe essere più grave

La prossima potrebbe essere anche più grave. “Questo è un campanello d’allarme. Stiamo imparando, ora, come fare le cose meglio: scienza, logistica, formazione e governance, come comunicare meglio. Ma il pianeta è fragile” avverte. Poiché viviamo in una società globale sempre più complessa, queste minacce continueranno. “Se c’è una cosa che dobbiamo cogliere da questa pandemia, con tutta la tragedia che si porta dietro, è che dobbiamo agire insieme”.

Il primo ruolo del vaccino è quello di prevenire malattie sintomatiche, malattie gravi e decessi. Ma resta da vedere se i vaccini ridurranno anche il numero di infezioni o impediranno alle persone di trasmettere il virus.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’Oms, ha sottolineato l’importanza di un “One Health Approach”, che integri la salute umana, la salute degli animali e la salute delle piante, nonché i fattori ambientali.

75% delle malattie infettive arrivano da germi

Aspetto trascuratissimo ma ormai incontrovertibile, visto che il 75% delle malattie infettive umane nuove ed emergenti sono zoonotiche, causate cioè da germi che si diffondono tra animali e persone. “Qualsiasi sforzo per migliorare la salute umana è destinato a fallire, a meno che non affronti l’interfaccia critica tra uomo e animali”, ha affermato Tedros (qui trovate i possibili virus con cui ci troveremo a lottare nei prossimi anni e che rischiamo di trasformarsi in pandemia).

Il capo dell’Oms ha anche esortato i paesi a investire nella capacità di preparazione per prevenire, rilevare e mitigare le emergenze, e ha ribadito l’importanza di forti sistemi sanitari primari come fondamento della copertura sanitaria universale e degli “occhi e orecchie” dei sistemi sanitari ovunque. “La vera preparazione non è solo un lavoro del settore sanitario, richiede un approccio per tutto il governo e per tutta la società.

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