Mina, 80 anni per la tigre che non ha mai smesso di ruggire

Mina, la più grande cantante italiana di sempre, domani,   25 marzo 2020,  compie 80 anni. Lontana dalle scene dagli anni ’70, la sua assenza fisica (ma non artistica, poiché ha continuato a produrre album) ha contribuito ad accrescerne il mito.

Una presenza scenica incredibile una delle voci più belle di sempre, dotata di una estensione vocale unica e inimitabile, Mina ha vissuto nel ventennio ’60-’70, un successo senza pari. La “Tigre di Cremona”, cantante moderna, che ha dato scandalo con la sua vita privata e con i testi delle sue canzoni, accompagnate da esibizioni ricche di sensualità, è stata in realtà una donna sensibile e timidissima, in lotta perenne con l’esposizione mediatica e il gossip, tanto da decidere di allontanarsi dalle scene all’apice del successo, a soli 34 anni, nel 1978.

Mina continua ad essere oggi la più amata e ascoltata da ogni generazione, venerata dagli artisti più grandi, punto di riferimento di ogni cantante. Una tigre, che se anche lontana, continua a ruggire più forte di tutti.

Mina, al secolo Mina Anna Maria Mazzini, nata Busto Arsizio il 25 marzo 1940, ma cresciuta a Cremona. Dotata di una voce unica, dotata di grande ampiezza, estensione, agilità, capace di coniugare la potenza vocale con la duttilità e sostenuta da una tecnica saldissima. Mina si è sempre distinta che anche per le doti interpretative e l’eclettismo, che l’hanno portata ad affrontare con successo generi musicali lontani tra loro.

Mina, classe1940, inizia a farsi conoscere negli anni ’60: Il 16 gennaio 1960 con Tintarella di luna, canzone scritta da Franco Migliacci e Bruno De Filippi, Mina raggiunge per la prima volta la prima posizione in hit-parade. In quel periodo le viene attribuito il soprannome con cui è nota ancora oggi: “La Tigre di Cremona”. Insieme a lei, in quegli anni, rivali e colleghe, le altre due più grandi erano Iva Zanicchi, ovvero “L’aquila di Ligonchio” e Milva, “La “Pantera di Goro”.

A infonderle l’amore per la musica è stata sua nonna Amelia, cantante lirica, che insiste affinché prenda lezioni di pianoforte. Lascia le superiori al quarto anno per coltivare la sua vera passione, il canto.

La consacrazione per Mina arriva grazie a “Il cielo in una stanza”, brano scritto da Gino Paoli che nel 1960 raggiunge la prima posizione delle classifiche e diventa il 45 giri più venduto dell’anno, sfiorando nel tempo i 2 milioni di copie vendute. Entrerà in classifica anche in Spagna (Cielo en casa) e negli Stati Uniti (The World We Love in. Il cielo in una stanza rimane in assoluto uno dei suoi massimi successi e può considerarsi una prima evoluzione nella carriera di Mina, che da urlatrice scanzonata (contemporaneamente usciva Una zebra a pois) si rivela anche interprete sensibile e raffinata della canzone d’autore.

MIna è stata, negli anni ’60 e ’70 anche una icona e modello di femminilità ed eleganza. Le sue acconciature erano copiate il suo trucco, le sue movenze imitate. Tutte le donne volevano sentirsi Mina, anche solo per qualche istante.

Nel 1961 partecipa a Sanremo con “Le mille bolle blu”: la canzone era troppo moderna per il pubblico sanremese, e il suo gesto ormai celebre, delle dita che scivolano sulla bocca ad ogni ritornello, venne colto da parte degli spettatori come uno sberleffo, una mancanza di rispetto nei loro confronti. Alla fine arrivò quinta, nonostante i pronostici dei critici la dessero per vincente. La cantante, colta da crisi di pianto, dichiarerà di non volere più partecipare a gare canore, Sanremo compreso. Una promessa da allora sempre mantenuta.

Nella sua vita Mina disse di no a registi grandissimi, come Francis Ford Coppola e Federico Fellini, E ad autori teatrali del calibro di Giorgio Strehler. La volevano tutti, per la sua fisicità pazzesca, il suo viso così espressivo. Ma lei, forse per la sua timidezza innata, non se la sentì mai. Anche per questo ancora oggi il figlio dice di lei” E’ la persona più libera che conosca”.

Il 1974 è l’anno del suo ultimo show televisivo, “Milleluci”, condotto insieme a Raffaella Carrà. Poco tempo prima della trasmissione Mina aveva dichiarato in un’intervista: “Sono stata molto male, dopo Milleluci non canterò più”, e infatti nella sigla finale della trasmissione “Non gioco più”, sembra esserci un presagio al suo imminente ritiro. L’ultima sua esibizione dal vivo sarà invece del 1978. Da quel giorno di fine agosto, scrivono “Mina sceglie di eclissarsi, di non apparire più in pubblico, di sparire dalle cronache dopo aver dominato la scena e il cuore degli italiani per 20 anni. E, smaterializzandosi con un coup de théâtre, deliberato o inconsapevole, si consegna al mito”.

Mina, cantante senza tempo. Hanno detto di lei: “Cantante senza tempo, come capita a poche grandissimne intepreti dell’arte, perché è stata capace, nella sua vita, di fare scelte che non tenevano conto del tmepo di allora, ma andavano oltre, senza tempo perché talmente radicata nel nostro immaginario collettivo, da restare lì, per sempre”.

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