Legge di Stabilità tra over 63 e povertà assoluta

Novità lavoro nella legge di stabilità perché arriva il part-time volontario agevolato per gli over 63. Una misura per consentire ai lavoratori di scegliere un part-time volontario con piena contribuzione negli ultimi tre anni di contratto. E’ questo il piano a cui hanno lavorato i tecnici del Ministero del Lavoro e che entrerà nella legge di Stabilità. Non si conosce ancora il costo dell’intervento, ma secondo quanto si sa al momento la misura dovrebbe basarsi su un’intesa tra datore di lavoro e dipendente. In pratica, il dipendente opta per un part-time volontario, almeno al 50%, con la garanzia del versamento in busta paga dei contributi netti che l’azienda avrebbe dovuto versare all’Inps, mentre la contribuzione figurativa viene completamente fiscalizzata. Per i dettagli si attende il varo della manovra da parte del Consiglio dei Ministri e dalle informazioni al momento disponibili i beneficiari dovrebbero essere tutti i dipendenti over 63 del settore privato. Per l’azienda, inoltre, non ci sarebbero vincoli per nuove assunzioni. ‘Si susseguono notizie di stampa a proposito dei contenuti della legge di Stabilita’ e non avendo fatto alcuna discussione preventiva sull’argomento e, avendo come riferimento esclusivo la nota di aggiornamento del Def votata alla Camera nei giorni scorsi, vogliamo ribadire che per noi e’ indispensabile che in essa siano contenuti alcuni interventi sul tema della previdenza’, dichiara Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera. Sulla settima salvaguardia degli esodati la Commissione Lavoro della Camera ha definito un testo che prevede la tutela di altri 26.000 lavoratori, con l’impiego dei risparmi delle precedenti salvaguardie. Va risolta la questione relativa alla Opzione Donna, attraverso la correzione della circolare restrittiva dell’Inps, che per noi non ha bisogno di coperture finanziarie come del resto confermato nelle audizioni informali dallo stesso Ministero del Lavoro. Per quanto riguarda il tema della flessibilita’ abbiamo gia’ sottolineato come l’annuncio del Premier Renzi, che rimanda la misura al 2016, sia un errore. Si rendera’ necessario trovare soluzioni che traccino un cammino giudicato ormai da tutti irreversibile.
Infatti, l’attuale sistema pensionistico e’ troppo rigido e consentire un’uscita flessibile, a partire dai 62 anni, puo’ evitare di aumentare il numero dei nuovi poveri, cioe’ di coloro che avendo perso l’occupazione rimangono per anni senza alcun sostegno, e favorire l’ingresso dei giovani nel lavoro attraverso il turn over. Siamo disponibili a esaminare anche le ipotesi di part time per gli over 63, pur sapendo che si tratta di una misura che non puo’ essere considerata sostitutiva di un intervento strutturale sulla flessibilità. Il Presidente del Consiglio ha annunciato nelle scorse settimane interventi dedicati esclusivamente alla povertà dei minori. È un primo passo, ma non sufficiente, dice Silvana Roseto segretaria confederale Uil. Abbiamo già presentato al Governo, in varie occasioni,il Reis (reddito di inclusione sociale); e in vista della legge di stabilità, l’Alleanza contro la povertà, ha voluto ribadire al Governo il senso e gli obiettivi della proposta. Anche a causa della crisi economica che ha ancora pesanti strascichi, il disagio sociale è  un’emergenza trasversale che richiede interventi basati su una programmazione complessiva che investa tutti gli ambiti della società e coinvolga tutte le Istituzioni. Occorre intervenire in tempi brevi con strumenti che prescindano da forme assistenziali e che siano in grado di raggiungere un obiettivo concreto di riduzione del disagio sociale perchè, ricordando l’encomio di Pericle:  ‘Non riconoscere la povertà è vergognoso tra noi, ma piú vergognoso è il non adoperarsi per fuggirla’. Il Governo, dunque, inserisca nella Legge di stabilità una soluzione strutturale contro la povertà assoluta, non frammentata né assistenzialistica e con fondi certi, come il reddito di inclusione sociale.  

Cocis

 

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