Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (C), il Primo presidente della Cassazione Giovanni Mammone (D) e il Procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi (S) durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario in Cassazione, Roma, 31 gennaio 2020. ANSA / ETTORE FERRARI

Inaugurato anno giudiziario in Cassazione

Al via l’anno giudiziario della Cassazione davanti al presidente della Repubblica Mattarella e al premier Conte.  Ed è llarme sulla prescrizione del Primo presidente della Cassazione Giovanni Mammone per gli effetti della riforma: infatti, presso l’alta Corte, per il venir meno delle prescrizioni che maturano in appello, circa 20-25mila processi l’anno, c’è il rischio di un “significativo incremento del carico penale (vicino al 50%) che difficilmente potrebbe essere trattato”. “Risulta pertanto necessario porre allo studio e attuare le più opportune soluzioni normative, strutturali e organizzative tali da scongiurare la prevedibile crisi”.

E’ “necessario che le concrete misure acceleratorie vengano adottate non solo nella parte del processo successiva al primo grado, ora non più coperta dalla prescrizione, ma anche in quella anteriore, soprattutto nelle fasi dell’indagine e dell’udienza preliminare, in cui si verificano le maggiori criticità che determinano la dispersione dei tempi e la maturazione della prescrizione”.

“L’inaugurazione dell’anno giudiziario è stata una importante occasione per ribadire alcune emergenze,a partire dalla necessità di un impegno senza quartiere per contrastare corruzione, mafie e la loro penetrazione nell’economia legale, come emerso in particolare dalle parole del Procuratore Generale Salvi. Forte anche il richiamo all’autonomia e alla indipendenza della magistratura, nelle importanti parole del Vicepresidente del CSM Ermini, impegnato a ridare quella piena credibilità all’organo di autogoverno minata dalle vicende opache emerse qualche mese fa e da un deteriore correntismo, che impone anche nuovi meccanismi di elezione dei membri togati. La relazione del Primo Presidente Mammone e l’intervento del Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Mascherin, hanno riproposto, tra l’altro, l’urgenza di una riforma del processo penale che garantisca davvero tempi certi e rapidi ai processi. Ma hanno chiaramente fatto emergere anche tutti i rischi insiti nella riforma Bonafede sulla prescrizione, che non è affatto quel fattore di civiltà di cui ha parlato il Ministro. Per questo, per il Pd, è necessario al più presto portare in Consiglio dei Ministri la riforma del processo penale e insieme giungere – come maggioranza – ad una modifica vera della legge sulla prescrizione, per giungere ad una sintesi che tenga conto delle ragioni serie di tutte le componenti”. Così il deputato Walter Verini, responsabile giustizia del Pd, presente oggi all’inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Corte Suprema di Cassazione.

“È noto a tutti che esistono divergenze, soprattutto per quanto concerne il nuovo regime della prescrizione entrato in vigore dal primo gennaio che io considero, personalmente, una conquista di civiltà. Ciò premesso, è in atto un confronto serrato all’interno della maggioranza per superare le divergenze e consegnare ai cittadini un processo idoneo a rispondere alle loro istanze di giustizia, garantendo tempi certi ed eliminando ogni spazio di impunità”.Lo ha detto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in Cassazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Contemporaneamente – ha aggiunto Bonafede – ci stiamo confrontando su un progetto di riforma ordinamentale della magistratura che mira a rafforzarne l’autonomia e l’indipendenza incidendo, da un lato sulla recisione di ogni possibile commistione con la politica; dall’altro lato sulla necessaria eliminazione delle cosiddette degenerazioni del correntismo”.

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