Una veduta di Palazzo Chigi dove è in corso un nuovo vertice di governo sul testo del decreto di Agosto, Roma 6 agosto 2020. MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA

Governo, crisi al buio e conta in aula

Giuseppe Conte sembra orientato a non dimettersi e ad andare in Parlamento. E lì lo chiama oggi il presidente della Camera Roberto Fico, che accoglie la richiesta delle opposizioni sposata dalla maggioranza, e sospende i lavori in aula. Convocate in mattinata le capigruppo di Camera e Senato, e alle 14 un vertice del centrodestra che invoca le dimissioni del premier.  La parola va ai partiti. Il M5s fa quadrato attorno a Conte, compatto sull’ “avvocato del popolo”, ed esclude l’epilogo del voto. Il Pd vede invece il rischio concreto che la crisi finisca con il voto anticipato a giugno. Nicola Zingaretti, convoca l’ufficio politico e sembra voler sbarrare la strada ai cosiddetti responsabili: non ci sono, è l’analisi di queste ore.

Intanto la ricerca continua, con l’Udc pronto a cedere il simbolo per aggirare le nuove norme regolamentari sulla formazione di nuovi gruppi.

Clemente Mastella  da fuori si candida per una regia. Ma il Colle è stato chiaro: no a soluzioni “raccogliticce”.

II premier non nasconde l’irritazione, né la volontà di andare fino in fondo, con la conta in Aula.  La strategia di Conte potrebbe essere quella di   assumere su di sé l’interim dei ministeri vacanti, Agricoltura e Famiglia, per il tempo necessario ad approvare “provvedimenti fondamentali”. Solo in un secondo momento, quando avrà la certezza dei numeri, andrà alla resa dei conti pubblica.

Intanto Iv vive le ore del post-strappo con prudenza. Nessuna rivolta interna viene registrata nella riunione serale dei parlamentari con Renzi. Ma la convinzione di più d’uno è che si vada verso la conta in Aula. E, se mai arriverà quel giorno, qualche addio tra i renziani non si può escludere. Una decisione su come affrontare la crisi Conte – se dimettersi per aprire il tentativo di un nuovo governo o andare in Parlamento a verificare la sua maggioranza – la deve mettere sul tavolo già nelle prossime ore. Se sceglierà davvero lo showdown in Parlamento l’obiettivo potrebbe essere ottenere il sì da una maggioranza larga e solida, con un appello ampio a sostenere il lavoro del governo.

L’unica alternativa alla carta responsabili potrebbe essere un’apertura improvvisa di Renzi al dialogo. Possibilità remota ma non ancora impossibile. Poi si aprono altri scenari: da quello del governo di unità nazionale, guidato da una figura di alto profilo  o l’impossibilità di trovare alcuna maggioranza a sostegno anche di un governo del genere e la strada, a quel punto inevitabile, del voto anticipato.

Nel frattempo c’è in programma il consiglio dei ministri sullo scostamento di bilancio, che dovrebbe tenersi questa sera alle 20.30.

Fico ha ufficializzato la notizia, trapelata ieri, del passaggio di cinque deputati ex M5S alla componente di Centro Democratico- Italiani in Europa guidata da Bruno Tabacci. Si tratta di Marco Rizzone, Fabio Berardini, Mara Lapia, Carlo De Girolamo e Antonio.

“Conte riferisca al Parlamento oggi stesso su quello che succede nella maggioranza”. Lo ha chiesto nell’Aula della Camera il capogruppo Fdi Francesco Lollobrigida.”Non abbiamo ancora capito perché non si sia ancora dimesso. Fico convochi immediatamente la conferenza dei capigruppo perché i lavori di questa aula non possono proseguire in questa condizione”.

I lavori dell’aula del Senato sono stati sospesi e riprenderanno alle 15. Anche al Senato è stata convocata la Conferenza dei capigruppo, dal presidente Elisabetta Casellati, dopo la richiesta delle opposizioni di sospendere i lavori e di ascoltare il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sulla crisi di governo.

Ora che la crisi di governo è aperta , Carlo Bonomi, presidente di Confindustria in un’intervista a Corriere della Sera, suggerisce alla politica di uscire dalla gabbia dei personalismi, “è la vera emergenza”, bisogna “guardare in faccia la realtà”. Nel governo “abbiamo buoni rapporti con singoli ministri” ma “questo è stato un governo molto chiuso su se stesso – spiega – non ci ha mai dato risposte: zero sul piano Italia 2030 che portammo agli Stati generali, zero sul piano 2030-2050 che abbiamo presentato all’assemblea generale”. Ora “mi auguro che ci sia un governo disponibile ad ascoltare chi ha dimostrato capacità di far crescere il Paese”. Sul Recovery Plan gli industriali sono molto critici: “Si è arrivati ad approvarlo senza dibattito né confronto. Non ci hanno mai interpellati”. Quanto alla sostanza, “non ci ho trovato una visione. Non c’è il senso di quale Paese vogliamo costruire”. Nella gestione della pandemia “è comprensibile che all’inizio il sistema sia stato preso di sorpresa, ma negli otto mesi successivi ci sono stati molti errori di gestione e di attuazione – sottolinea -. La struttura della sanità ha mostrato molte deficienze, dunque il Mes è da prendere”.

Circa Redazione

Riprova

Autonomia differenziata, Irto (Pd): “Centrodestra calabrese diviso grazie a lotta politica del Pd”

«L’autonomia differenziata comincia a dividere la maggioranza di centrodestra nel Consiglio regionale della Calabria». Lo …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com