Fake news in aumento in Italia: un modo semplice per fare business

E’ la nuova Eldorado per fare soldi facili. Basta poco. Inventarsi una notizia. Meglio se riguarda personaggi famosi e loro familiari. O sentimenti che ‘scuotono’ la società. Pubblicarla, quindi, sui social network più famosi, su tutti facebook, twitter ed Instagram. Condividerla ed avere un pò di pazienza. In un paio di giorni, al massimo, la notizia e condivisa da miglia di utenti, diventa virale. Così chi l’ha pubblicata riceve centinaia di euro stando comodamente seduto a casa. Si chiamano bufale o meglio fake news e corrono su internet ad un ritmo esponenziale. Le notizie false si espandono raggiungendo il grande pubblico per l’assenza di filtri tra chi scrive e pubblica un articolo e chi legge. Migliaia di utenti le prendono per vere ed il gioco è fatto. Su internet, tranne i casi in un sito non richieda l’iscrizione a pagamento o che non venga finanziato da terzi, chi scrive punta ai clic dei lettori. Più utenti aprono il link, leggono e condividono il pezzo, più i pubblicitari pagheranno. Se non c’è un contratto con una qualche agenzia di pubblicità, ci pensa Google AdSense a ‘pagare’ gli articoli con l’inserimento di banner nel corpo del testo. Chi vi clicca sopra, sta finanziando così il sito, che si approprierà di parte dei guadagni generati dalla pubblicità. Le fake news più sono accattivanti più avranno successo: un titolo forte facilmente colpirà l’immaginario di chi legge, facendo leva spesso sull’indignazione, la solidarietà o la meraviglia per la portata della notizia. Rigorosamente falsa. Così chi ha messo in rete la notizia falsa ci guadagna con la pubblicità. A perdere è l’informazione perché questi messaggi influenzano il dibattito pubblico su tutte le tematiche, dalla politica all’economia.

Infatti c’è il rischio concreto che le fake news inquinino il dibattito pubblico, ingenerando tra l’opinione pubblica meno istruita o ‘sbadata’ un senso di indignazione per fatti inesistenti o volutamente esagerati e manipolati. E alla vigilia delle elezioni europee del 26 maggio tutti sono in allerta. In Italia, solo per fare un esempio, nel primo bimestre del 2019 , infatti, la disinformazione online è cresciuta del 10% nel giorno medio di gennaio e del 4% nel giorno medio di febbraio. La disinformazione ‘colpisce’ argomenti di cronaca e politica,che assieme rappresentano il 56% del totale dei contenuti fake, 3 punti percentuali in più rispetto alla media del 2018, come spiega il secondo numero dell’Osservatorio sulla disinformazione online pubblicato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Dall’analisi del contenuto testuale di tutti gli articoli prodotti dai siti di disinformazione nei primi due mesi dell’anno, risultano essere 5 le principali tematiche oggetto di trattazione: cronaca nera e giudiziaria, politica e affari di Governo, lavoro e stili di vita, questioni economiche, e condizioni meteorologiche. Giusto per fare qualche esempio si prende a prestito Silvio Berlusconi. Il 12 settembre dello scorso anno inizia a circolare in rete una notizia secondo cui l’ex presidente del consiglio sarebbe stato ricoverato d’urgenza in ospedale perché colpito da ictus. Fatto stà che tutto era falso e lo dimostra, non solo le smentite di rito, da parte dello staff di Berlusconi ma anche dal fatto che nessun quotidiano, considerando l’importanza della notizia, abbia pubblicato una sola riga su questo presunto ricovero. Passano al calcio, che non rappresenta solo lo sport nazionale, ma qualcosa di più, c’è solo l’imbarazzo delle scelta. La Corea del Nord campione del mondo

E’ l’estate del 2014 e gli occhi del mondo sono tutti rivolti al mondale di calcio giocato in Brasile e vinto dalla Germania. A quella manifestazione non partecipò la Corea del Nord. Eppure, in rete impazza un video nel quale si assiste ai media controllati dal regime che raccontano l’ottimo rendimento della compagine nordcoreana. Il reportage inizia con una giornalista che racconta le imprese della Corea del Nord accompagnate poi da una solenne colonna sonora. Si vedono le immagini del leader coreano che si congratula con i giocatori arrivati agli ottavi di finale e che devono giocare contro Cristiano Ronaldo. Naturalmente tutto falso ma il video pubblicato su You Tube ha raccolto più di 1,6 milioni di visualizzazioni. E la notizia, paradossalmente, è stata ripresa e data per vera da diverse testate giornalistiche internazionali.

I rimedi per fermare questo business che minaccia la convivenza pacifica e la stessa democrazia esistono. Facebook già sta correndo ai ripari. Il principale antidono è costituito proprio dai lettori: poiché la condivisione costituisce il presupposto per la viralità di una fake news, che così genera clic e denaro bisognerebbe trovare riscontri con altre fonti e non postarle, così, anche solo per gioco. Ma anche i pubblicitari si stanno accorgendo che se alimentano una notizia falsa rischiano di perdere credibilità e quindi clientela. Proprio i colossi online sono sotto pressione da parte dei governi, ma anche delle multinazionali, affinché adottino sistemi di monitoraggio più appropriati per evitare che siti inopportuni finiscano per essere finanziati dai loro investimenti.

Circa Omar Scafuro

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