Lontani dalla realtà ma pennemente in trincea

Ogni giorno un conflitto, uno scontro, una dichiarazione sprezzante. Lontani dalla realtà ma perennemente in trincea. Costretti a convivere per forza in una casa comune i giallo-verde, prima o poi esploderanno provocando danni al loro ‘contratto’ e al Paese. Quindi Lega e Cinque Stelle devono prendere atto della situazione che hanno creato e trovare insieme una nuova base comune, per governare e affrontare la difficile realtà italiana, oppure devono prendere atto che il contratto è scaduto e non se ne possono più onorare le clausole in esso contenute. Non ci sono vie di mezzo. Questa disputa è diventata una farsa.Qualcuno potrebbe dire che questo governo è nato coatto per evitare di tornare subito alle urne, ma omette di sottolineare che di programmi comuni non avevano niente, anzi, le differenze tra le due forze politiche dal lato sociale, culturale, geografico e comportamentale erano e sono profonde. Sta di fatto che la realtà ogni giorno vede Lega E Cinque stelle, l’una contro l’altra armata, pronte a menarsi fendenti a destra e a manca che durante questa campagna elettorale in vista del voto del 26 maggio sono destinati ad intensificarsi.L’ultimo terreno di scontro è il caso Siri che vede i leghisti e in primis il loro segretario, Matteo Salvini, impegnati in una strenua difesa del loro Sottosegretario, innalzando il vessillo del garantismo contro la trincea forcaiola dei grillini.E che dire della disputa della rispettiva collocazione a livello internazionale, dal sostegno al governo venezuelano guidato da Maduro dei Cinque stelle al legame stretto da Salvini con il leader ungherese, Orban. Si scontrano sull’efficacia del reddito di cittadinanza e sulla flat tax . Non c’è ambito del contratto da loro sottoscritto che non costituisca terreno di scontro quotidiano. Gli italiani percepiscono la sensazione che le ragioni di un accordo di governo siano ormai esaurite. Cinque Stelle e Lega, a questo punto, hanno il compito di smentire questa sensazione e trovare un punto d’incontro, oppure devono rendersi conto che un capitolo della storia politica del Paese si è concluso e che le soluzioni passano ormai solo attraverso la formalizzazione di un’incompatibilità che non si può più nascondere agli italiani. E’ indubbio che sarebbe una scelta sofferta, ma metterebbe fine ad una stagione di litigi e di scontri, di cui il Paese ne avrebbe fatto, volentieri, a meno, anche perché tutto questo porterebbe alla paralisi e alla disperazione. E non si devono cullare sui sondaggi che li vedono, ritengo ancora per poco, maggioranza salda al comando. Presto potrebbe sopraggiungere lo sfilacciamento senza sbocco e sarebbe la scelta peggiore.

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