E’ presto per la nomination del premier, ma Silvio Berlusconi di una cosa è certo, in caso di vittoria del centrodestra alle elezioni del 4 marzo 2018: ‘Se fosse possibile avere come premier Antonio Tajani, sarebbe una bellissima scelta. Ha sempre dimostrato lealtà assoluta alle idee di Fi e a Silvio Berlusconi’, dice il leader azzurro parlando a Rtl 102.5: ‘E’ una persona molto stimata a livello europeo’.

Belusconi rivela che oltre a Taiani,  ‘abbiamo due personalità in serbo, ma non le dico’.
Ma a Tajani glielo ha detto, della sua candidatura? ‘Sì’.

 A stretto giro di posta arriva il commento di Giorgia Meloni, che era ad Agorà su Raitre: ‘Tajani Sarà il candidato di Forza Italia, non è il candidato di FdI. Sto facendo la campagna per poter arrivare io a presidente del Consiglio dei ministri. Gli Italiani sceglieranno la proposta che li convince di più’.

Anche a Salvini l’idea sembra non piacere troppo, ma il leader leghista si limita a dire:  ‘Il premier lo sceglie chi vota il 4 marzo’.

Prima che sulla vicenda  intervenga Salvini, arriva lo sberleffo del leader M5S al leader leghista: ‘Tajani è una persona che ha ricevuto il sostegno di Angela Merkel, ci dicano dal centrodestra se gli elettori devono ascoltare la linea di Tajani e Berlusconi o quella di Salvini. A me sembra che Salvini si sia venduto a una coalizione di centrodestra disposta ad andare al potere vendendosi a chiunque’.

Ricordiamo che Tajani nel  ’94 abbandonò la sua professione di giornalista e si schierò con  Berlusconi ma declina la proposta del leader di Forza Italia: ‘Sto bene dove sto’.

Antonio Tajani è rimasto in Europa quando tutti consideravano l’Europa un parcheggio dorato per politici senza successo in patria, e nell’Europa ha investito la parte migliore dei suoi anni. Ha occupato posizioni importanti nella Commissione ricoprendo due diversi incarichi, commissario prima ai Trasporti e poi all’Industria, e però dell’Europa non ha mai indossato la grisaglia tecnocratica dei moniti astratti e degli egoismi concreti.

La sua Europa, quella che ha detto di volere quando un anno fa ha assunto l’incarico di presidente dell’Europarlamento, è quella ‘dei cittadini’. Che nei fatti si contrappone ai quella degli alti burocrati di Bruxelles.

Il presidente dellEuroparlamento rinuncia nel 2014 alla ricchissima buonuscita, 468mila euro che ha scelto in assoluta libertà di non ritirare,   le battaglie contro l’inerzia Ue sull’immigrazione o l’invadenza di commissari, leggi Moscovici, eccessivamente ‘preoccupati’ degli affari italiani.

Tajani è infatti uno dei pochi azzurri che riscuote consensi anche nello schieramento opposto, e pure nei dintorni della Lega eurofobica non c’è nessuno che davanti o dietro ai microfoni ne parli male. Lì, lui gioca la partita.