Toti: ‘Non ho commesso alcun reato, dimostrerò la correttezza del mio operato nell’interrogatorio’

«Non ho commesso alcun reato. Ora penso ad arrivare all’interrogatorio preparato per dimostrare la correttezza del mio operato». Un messaggio netto e chiaro, quello che Giovanni Toti affida al suo legale Stefano Savi, con il quale sta mettendo a punto la linea difensiva in vista dell’interrogatorio davanti ai pm di Genova, in calendario tra un paio di settimane. Un incontro, quello fissato dai magistrati di Genova per il faccia a faccia con il governatore in merito all’inchiesta sulla presunta corruzione in Liguria, per cui Toti avrebbe preferito tempi più rapidi, ma «aspetta».

Toti «sta reagendo positivamente. Studia le carte e lavora». Prepara la sua difesa e riflette sulla possibilità, una volta attenuata la misura cautelare dei domiciliari e quindi in condizione di parlare con i suoi alleati, di dimettersi.

Un punto, quello delle eventuali dimissioni del presidente della Regione Liguria, sul quale  il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia, a margine di un appuntamento elettorale a Firenze ha prima ribadito: «Aspettiamo di vedere cosa accadrà. È una scelta sua. Ma prima bisogna vedere cosa dice il Tribunale del riesame e cosa dirà lui durante l’interrogatorio. Intanto la Regione continua a lavorare. Certamente se dovesse rimanere in condizione di detenzione, sarà difficile poter continuare a governare, però vediamo. Ricordiamo sempre che è la magistratura che deve dimostrare la colpevolezza di una persona».

Aldo Spinelli finito al centro dell’inchiesta insieme a Toti, Signorini e Cozzani, durante l’interrogatorio con gli inquirenti, dopo aver negato più volte che il governatore ligure fosse intervenuto attivamente per il rinnovo della concessione portuale trentennale a Genova, Spinelli nell’interrogatorio di garanzia ripete più volte al gip di Genova Paola Faggioni che per i suoi affari «Toti non ha fatto niente». E anche quando ammette di aver versato 40mila euro nei conti dei comitati elettorali di Toti, dopo l’ok al rinnovo, ribadisce che era tutto regolare. Un’attività svolta anche in altri contesti e con altri esponenti politici.

«Escluso i soldi delle campagne elettorali – aggiunge Spinelli – io non ho mai dato una lira a nessuno, solo i soldi ufficiali, perché io non potevo fare diversamente. Ricordo che mi aveva chiesto aiuto per la campagna elettorale e io ho dato l’aiuto per una cena elettorale. La mano gli ho detto che gli avrei dato in campagna elettorale sono 4.500 euro. I soldi che gli ho dato sono tutti documentati: io devo passare in un consiglio di amministrazione. L’aiuto, allora, era per quando avrebbe fatto questa cena elettorale», perché «io finanziamenti non ne ho fatti mai a nessuno», ha concluso l’imprenditore genovese.

L’interrogatorio del governatore sarà fissato nella settimana tra il 27 maggio e il 2 giugno, come informa l’avvocato Savi, che  ha incontrato il pm Luca Monteverde. Il programma della difesa di Toti resta chiedere l’attenuazione della misura cautelare dopo aver parlato coi magistrati.

Data però l’agenda fissata dai magistrati, tutto sembra rinviato a dopo il voto europeo. Come in fin dei conti non dispiace alla maggioranza di governo, che vorrebbe “sterilizzare“ i contraccolpi relativi più al malcostume che all’entità economica della vicenda. A meno che nell’imminenza del voto non arrivino ulteriori accuse, come però sembrerebbe improbabile a questo punto.

Prima o dopo il voto, le dimissioni di Toti sono considerate ormai scontante anche nel centrodestra. “Non si può stare un anno così. E neppure qualche mese”, gli manda a dire l’azzurro Claudio Scajola sicuro che capirà da solo quando lasciare.  Mentre il leader del Carroccio Matteo Salvini non retrocede dalla difesa di Toti, il dem Stefano Bonaccini ribadisce che il passo indietro è “inevitabile”. Il che rimanda direttamente al voto prossimo venturo, probabilmente in autunno, insieme alle regionali umbre. E che vedrà probabilmente in lizza il sindaco di Genova Marco Bucci – ma si parla anche del sottosegretario leghista Edoardo Rixi e del coordinatore regionale di FdI Matteo Rosso – contro il dem Andrea Orlando.

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