Berlusconi: Se mi condannano vado in galera, non scappo come Craxi

Non farà come Bettino Craxi, scappando dall’Italia e rifugiandosi in uno Stato straniero. In caso di condanna, nonostante l’età, vuole andare in carcere. E non farà cadere il governo di Enrico Letta. A meno di 48 ore dalla sentenza Mediaset, Silvio Berlusconi, in un colloquio con il quotidiano ‘Libero’, riportato sul profilo facebook dell’ex premier e poi in parte ‘smentito’, delinea la sua road map dopo il 30 luglio. “Non farò l’esule, come fu costretto a fare Bettino Craxi. Nè accetterò di essere affidato ai servizi sociali, come un criminale che deve essere rieducato. Ho quasi 78 anni e avrei diritto ai domiciliari, ma se mi condannano, se si assumono questa responsabilità, andrò in carcere”, si legge sulla pagine fb del Cav e riportata anche dal sito ufficiale del Pdl. “Sono abbastanza ottimista: non possono condannarmi. Se non c’è pregiudizio, se non ci sono pressioni, la Cassazione non può  che riconoscere la mia innocenza. I miei avvocati hanno proposto 50 obiezioni alla decisione della Corte d’appello e la Cassazione gia’ in altre occasioni ha riconosciuto che io non firmavo i bilanci, non partecipavo alle decisioni dell’azienda e non avevo alcun ruolo diretto nella gestione di Mediaset”.  “Facevo il presidente del Consiglio – si legge ancora sul profilo fb e riportato anche nel sito del Pdl – , cosa ne potevo sapere io dei contratti per i diritti televisivi? Non me ne occupavo quando stavo a Cologno, figurarsi se lo potevo fare nei primi anni Duemila quando ero a Palazzo Chigi. Inoltre non avrei rischiato tutto questo per 3 milioni dopo averne corrisposti più di 500 in un solo esercizio. E poi, se fossi stato così fesso da evadere le imposte, a un certo punto avrei usato il condono tombale che il mio stesso governo aveva introdotto”. “Non ho dormito per un mese. La notte mi svegliavo e guardavo il soffitto, ripensando a quello che mi hanno fatto. In pochi mesi otto pronunciamenti contro di me. I diritti Mediaset, Ruby, la telefonata Fassino-Consorte, gli alimenti alla mia ex moglie, le richieste dei pm di Napoli e Bari, la decisione della Consulta sul legittimo impedimento, il respingimento della richiesta di trasferire a Brescia il processo per le cene di Arcore, l’abnorme risarcimento a De Benedetti”.  “Non farò cadere Letta – precisa Berlusconi –  ma sarà il suo partito a farlo. Se venissi condannato, il Pd non accetterebbe di continuare a governare insieme con un partito il cui leader e’ agli arresti e interdetto dai pubblici uffici”. Il posto si chiude con la scritta ‘Colloquio con il quotidiano Libero’.

Ma ecco che a stretto giro arriva la smentita delle parole del Cavaliere sempre attraverso un post pubblicato sul suo profilio facebook e riportato anche dal sito ufficiale del Pdl. Ecco il testo: “Il presidente Berlusconi non ha rilasciato alcuna intervista. Il direttore Belpietro ha liberamente interpretato il senso di un colloquio in cui sono state confermate l’assoluta infondatezza delle accuse rivolte al Presidente Berlusconi e la sua precisa volontà di continuare a offrire il suo contributo al popolo dei moderati. Inoltre si rileva ancora una volta che alcuni quotidiani riportano tra virgolette frasi e giudizi attribuiti al Presidente Berlusconi che non sono mai stati pensati né pronunciato”.

 

 

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