La legge elettorale passa al vaglio di Palazzo Madama e potrebbe essere il canto del cigno per il Senato, ma potrebbe anche trasmutarsi nel ruggito del leone da cacciare ed abbattere. Il safari in tal caso sarà guidato da Anna Finocchiaro, presidente della Commissione affari costituzionali del senato, storica nemica di Matteo Renzi, che ben acquattata aspetta al varco la legge elettorale. La senatrice Finocchiaro, da 29 anni ai vertici del partito, vuole scardinare il patto di ferro che il premier ha stipulato con Silvio Berlusconi sulla legge elettorale. Sosterrà quindi la priorità della riforma del Senato in Camera delle autonomie. Le motivazioni sono molto serie, perché ottenuto il voto favorevole a Palazzo Madama, Berlusconi potrebbe non rispettare il patto sulle riforme, e gli italiani potrebbero andare a votare con due sistemi elettorali diversi. Quello della Camera, e l’altro, rigorosamente proporzionale, per il Senato. Quindi, ingovernabilità del paese per altri cinque anni. Pacta sunt servanda, è il punto di vista di Renato Brunetta. Bisogna fare l’uno e l’altro, secondo i tempi stabiliti. Se salta la legge elettorale la credibilità di Renzi va a rotoli ed il ritorno alle urne diventa l’unica prospettiva possibile. Il braccio di ferro della senatrice con Renzi è cominciato a Montecitorio con l’iniziativa del deputato siciliano Giuseppe Lauricella, molto vicino alla senatrice, firmatario di un emendamento, poi bocciato, che avrebbe dovuto anticipare la riforma del senato sulla legge elettorale L’ultima spiaggia è pertanto Palazzo Madama, dove i numeri della maggioranza sono molto risicati. La senatrice Finocchiaro gode di un vantaggio, visto che è il presidente della Commissione potrebbe anticipare la riforma del Senato sulla legge elettorale nell’ordine dei lavori. Facendo arrabbiare quindi i berlusconiani e mettendo in costernazione il Premier. La Finocchiaro in tal caso coglierebbe due piccioni con una fava. Ricordiamo che la senatrice è uscita dalla direzione del partito, insieme ad altri big. Ed il sol pensier ancora la offende…
Roberto Cristiano