Lupi ed Alitalia

Il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi comunica che è stato firmato un accordo con i sindacati, eccezion fatta per la Cgil,per gli esuberi di Alitalia, ridotti da 2251 a 954. Segnale importante anche senza la Cgil che, si spera, firmerà anch’essa l’accordo. Domani ci sarà l’incontro con le banche. Lupi ha poi informato di un incontro con l’ad di Ethiad Jhon Hogan. “Oggi l’accordo richiede dei sacrifici ma si fa ripartire un grande progetto industriale che porta un investimento di 1,2 miliardi di euro”. Lupi il 22 luglio sarà a Bruxelles per presentare non solo il programma sul settore per il semestre europeo di presidenza italiana, ma anche per aggiornare l’Europa sul lavoro fatto che ha portato a un grande accordo industriale. L’ex compagnia di bandiera sta di nuovo per cambiare pelle: il matrimonio con Etihad è l’ultima tappa di una storia movimentata cominciata nel 2009. Ecco allora gli snodi principali per ripercorrere cinque anni di Alitalia privata. Il 13 gennaio del 2009 decolla ufficialmente il nuovo vettore, che unisce Alitalia ad Airone, sotto il sigillo Cai (Compagnia aerea italiana), con Air France Klm partner strategico con il 25%. Il presidente è Roberto Colaninno, mentre Rocco Sabelli ricopre la carica di amministratore delegato. E’ solo il primo dei tre ad rapidamente succedutisi al vertice della compagnia: nel 2012 arriva Andrea Ragnetti e successivamente Gabriele Del Torchio. L’operazione Cai è stata il risultato del ‘piano Fenice’, disegnato da Corrado Passera, allora alla guida di Intesa Sanpaolo, insieme a una cordata di imprenditori italiani per salvare e difendere la nazionalità di una compagnia, che nella primavera del 2008 stava per passare in mano transalpina. A metà settembre spuntano indiscrezioni di stampa che danno Air France pronta a fare un’offerta per rilevare la maggioranza della compagnia italiana. Si riaprono così le polemiche sull’italianità della compagnia aerea di Fiumicino. Soprattutto si teme per il piano che potrebbe comportare la nuova proprietà, con un taglio netto del personale. Poi però arriva il no dei francesi all’aumento di capitale deciso da Alitalia. A questo punto diventa necessario trovare un nuovo partner. Entra in gioco anche Poste Italiane, che entra nel capitale, ma non basta: serve un’alleanza con un vettore internazionale. A fine anno, sfumata l’ipotesi di Air France e concluso l’aumento di capitale, prende sempre più piede l’entrata in scena della giovane compagnia con base ad Abu Dhabi.

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