Toti arrestato diceva agli imprenditori: “Ci serve una mano per le elezioni”

Pur di “ottenere l’elezione o la rielezione” avrebbe “svenduto la propria funzione e la propria attività in cambio di finanziamenti, abdicando in tal modo ai propri importanti doveri istituzionali”. E’ una della motivazioni principale scritte nell’ordinanza che ha fatto scattare l’esecuzione della misura cautelare degli arresti domiciliari per il governatore della Liguria Giovanni Toti, arrivata al termine di indagini durate più di quattro anni che hanno colpito in tutto una decina di persone tra Genova e La Spezia. Nelle centinaia di pagine di ordinanza cautelare i giudici genovesi evidenziano una “allarmante abitualità e sistematicità” di meccanismo corruttivo “perfettamente collaudato” dal 2020. Tanto per fare un esempio in un’intercettazione telefonica Toti si rivolge all’imprenditore Aldo Spinelli: “Guarda che abbiamo risolto il problema a tuo figlio sul piano casa di Celle… ora facciamo la pratica, si può costruire. Quando mi inviti in barca? Così parliamo un po’ ora che ci sono le elezioni, c’abbiam bisogno di una mano…”. Oppure, nel settembre 2021, il governatore parlava del rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse al porto di Genova all’imprenditore Spinelli: “Il 29 va la tua roba…ricordati che io sto aspettando anche una mano ..eh? “. E l’altro con una battuta: “ma anche l’Enel”. E, dopo il rinnovo trentennale della concessione, nel dicembre successivo, dal Gruppo, in due giorni, sono partiti 4 bonifici da 10 mila euro ciascuno, con la causale “erogazione liberale”. Sono questi alcuni stralci delle telefonate tra Toti e Spinelli che stanno scatenando un vero e proprio terremoto politico nel centro destra.

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