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Il numero di civili uccisi in cinque giorni di raid aerei e colpi d’artiglieria delle forze del regime di Damasco sul Ghouta orientale è salito ad almeno 403, fra cui 95 bambini”. Lo ha fatto sapere l’Osservatorio siriano dei diritti umani. Medici Senza Frontiere ha anche riferito che 13 delle strutture sostenute dall’organizzazione sono state danneggiate o distrutte in tre giorni, privando lo staff ancora presente sul territorio di molti strumenti necessari a curare le centinaia di persone ferite ogni giorno. Nell’obitorio dell’ospedale di Douma, la principale città dell’enclave ribelle a est di Damasco, i corpi avvolti in lenzuola bianche sono allineati anche sul pavimento.
Intanto, la Russia alleata del regime siriano ha fatto sapere che “non c’è accordo” al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite su un cessate il fuoco di 30 giorni in Siria e ha presentato modifiche alla bozza di risoluzione che prevede consegne di aiuti umanitari e l’evacuazione di civili dalla regione assediata dalle forze governative. Mentre i diplomatici discutono del voto, che potrebbe tenersi oggi, i civili nel Ghouta orientale si nascondono nelle cantine per tentare di sfuggire ai raid del regime con bombe e razzi. Ieri la pioggia aveva inizialmente tenuto lontani gli aerei da guerra, ma quando il cielo si era schiarito a mezzogiorno erano ricomparsi i jet, secondo l’Osservatorio anche russi.
Mosca sinora ha negato ogni coinvolgimento diretto negli attacchi, ma il quotidiano filo-governativo siriano al-Watan ha riferito che gli aerei e i consiglieri russi si sono uniti alla battaglia. Gli Usa hanno dichiarato che la Russia ha “l’unica responsabilità” delle morti. “Se la Russia non sostenesse la Siria, la devastazione e le morti non starebbero accadendo”, ha affermato la portavoce del dipartimento di Stato americano, Heather Nauert. Nell’enclave ribelle si ritiene vivano circa 400mila persone.
